Voodoo Circle «Whisky Fingers» [2015]

Voodoo Circle «Whisky Fingers» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
01.03.2016

 

Visualizzazioni:
1468

 

Band:
Voodoo Circle
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Titolo:
Whisky Fingers

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
David Readman :: Vox
Alex Beyrodt :: Guitars
Alessandro del Vecchio :: Keyboards, Choirs
Mat Sinner :: Basso
Francesco Jovino :: Drums

 

Genere:
Classic Rock

 

Durata:
50' 31"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
27.10.2015

 

Etichetta:
AFM Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il quarto album dei Voodoo Circle, band italo/tedesca si chiama “Whisky Fingers”, e per apprezzarlo è tutta, o quasi, una questione di essere nostalgici ed amare le sonorità dei Whitesnake e volerle rivivere.
Sin dal primo brano, “Trapped in Paradise”, è evidente che i VC vogliano praticamente far rivivere questo stile musicale, incisivo ma non troppo aggressivo ed anzi molto elegante e con un bel tocco di romantico che tanto rese peculiare la band capitanata da Coverdale, e si va avanti così, per tutti e 50 i minuti dell’album, dalla nostalgiche “Heartbreaking woman” e “Heart of stone”, passando per le vivaci “Medicine Man” e “Straight Shooter” e per la più diretta “Devil takes me down”, il tutto per un album formalmente ineccepibile, che praticamente parla da solo per quello che riguarda il pubblico a cui è destinato, e anche se io ci sento qualcosa dei Van Halen in “Watch and wait”, così come forse si può anche sentire qualcosa dei Rainbow, resta il fatto che il paragone principale sono e rimangono i Whitesnake, proiettati nel ventunesimo secolo e con i suoni dell’album revisionati e resi attuali ma non troppo. Non c’è nessun altro modo in cui quest’album può essere definito, se non 5 ragazzi che puntano sulla nostalgia e sul far risentire certe sonorità al pubblico. Per questo motivo, se amate alla follia il rock anni 80 di queste bands, “Whisky Fingers” è un acquisto praticamente obbligato, capace di rinverdire i fasti delle loro muse ispiratrici come non mai.
Si può, infine, porcisi il dubbio della legittimità di questo disco e del fatto che una copia, pur se fatta benissimo e che lodevolmente ripropone un sound vintage in maniera perfetta, resta pur sempre una copia, e questo fa porre dei dubbi sulla longevità di quest’album, nonché sulla sua utilità tra la scelta dell’acquisto o di continuare a sentire la discografia dei Whitesnake. La nostra risposta è che una band che ne copia una storica mentre sta esplodendo è chiaramente una clone band, mentre una che copia e ripropone stili musicali passati può essere definita vintage, una specie di “Tribute band” che fa pezzi propri con un’attenzione ai particolari stupefacente, un elogio ai Whitesnake. In altre parole, una buona alternativa a chi si lamenta che il rock e il metal moderno non sono affatto la stessa cosa, un rifugio nel passato per i puristi.
Dare un giudizio finale a quest’album è difficile, perché io posso soltanto dargli un “sette più” formale per coraggio, iniziativa, fedeltà e passione e raccomandarlo a tutti i nostalgici del rock e metal anni 80, ma poi come e se questo album crescerà dentro di voi, ovvero se vi farà rivivere i Whitesnake o lo vedrete solo come un clone, dipende esclusivamente da voi.

Track by Track
  1. Trapped in Paradise 75
  2. Heartbreaking woman 75
  3. Watch and wait (I got my eye on you) 70
  4. Medicine Man 75
  5. The day the walls came down 70
  6. Heart of Stone 75
  7. Straight Shooter 75
  8. The rhythm of my heart 70
  9. Devil takes me down 75
  10. 5 O’ Clock 65
  11. Been said and done 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
72

 

Recensione di Snarl pubblicata il 01.03.2016. Articolo letto 1468 volte.

 

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