Wizard Master «Ablanathanalba» [2023]

Wizard Master «Ablanathanalba» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Wolverine »

Recensione Pubblicata il:
14.08.2023

Band:
Wizard Master

Titolo:
Ablanathanalba

Nazione:
Italia

Formazione:
- Producer, Mix Engineer, Vocals, Guitar, Bass, Keyboards :: Livio Cosentini;
- Studio Personnel, Vocals, Quitar, Drums :: Alessandro Nanni;
- Studio Personnel, Guitar :: Francesco D'Appio;

Genere:
Stoner / Doom Metal

Durata:
42' 7"

Formato:
CD

Data di Uscita:
07.07.2023

Etichetta:
Electric Valley Records

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
Qabar - Extreme Music PR

Recensione

Doom, Stoner e Rock anni ’70 è la miscela che va a comporre il secondo disco in casa Wizar Master, nuova uscita della band successiva all’Ep “Abracadoom”, condensata in sei tracce di media lunga durata attraverso cui intuizione, fuzz e buon senso fanno di questo disco una interessante prova. Il clima offerto dalla band è questa volta assai oscuro e, se la fortuna bacia gli audaci, i WM hanno fatto il loro colpaccio. I riff potenti, oscuri, inebriati dal caratteristico fuzz, richiamano anche elementi più blues che vanno a miscelarsi nelle atmosfere psichedeliche dove lo stato d’animo della band fa tutto il resto invocando tematiche sociali oltre che prospettive vitali proiettate sia sul confusionario che sull’ignoto; anche le andature paiono più rallentate rispetto al passato e, unificate alla forza dei pesanti riff, rilevano un contesto strutturale tutt’altro che sentito e risentito. Il nuovo “Ablanathanalba” assume quindi connotati inquietanti sia per mutamento e perfezionamento stilistico sia per la profondità che lo caratterizza; anche i lead che compaiono nelle tracce, anche se abbastanza elementari, si rilevano d’effetto oltre che a decoro delle già fangose e lente andature. In sostanza, il passaggio dal precedente lavoro è ancor più evidente anche per il contesto atmosferico che sembra prendere maggiormente corpo nel corso dell’ascolto. Se quindi il brano d’apertura “Hell Riders” offre quell’impressione di melodia sofferta ed ipnotica, la successiva “Funer Boogie”, aperta anche da uno spezzone di film e che comunque ha diverse caratteristiche del suo predecessore, si caratterizza per l’esplosione di un riff deciso che non lascia possibilità a distrazioni e commenti superflui; la lunga “Acid” si dispone su un motivo costante, come se fossero delle lente martellate o dei rintocchi di campana che ancora una volta offrono il proprio effetto ipnotico sull’ascoltatore; “Master Of Wizardry” mette i brividi tra rintocchi di campane e un organo funereo che evoca voci provenienti dall’aldilà; seguono poi “ We Are the Füd” un brano ricco di vibrazioni e di occultismo che precede “Tested By Death” caratterizzata da blues e psichedelica con un effetto cupo e inebriante. Un nuovo modo di concepire il doom secondo l’ottica e la visione di questa band che ama sperimentare senza paura di osare.