Zaburon «Post Fata Resurgo» [2022]
Recensione
Dopo una pausa di ben 19 anni, ritornano i death metallers da Bergamo Zaburon, con questo “Post fata resurgo”, che condensa 8 brani più intermezzo e outro di quasi 50 minuti di musica. Il tutto per un risultato discreto, dove a qualche buona intuizione si alternano anche idee compositive meno felici, che denotano come gli anni di assenza dalle scene si siano tramutati in un bel po’ di ruggine che gli Zaburom si sono scrollati, ma non del tutto.
Due sono i principali problemi di questo “Post fata resurgo”: l’incostanza compositiva, che porta gli Zaburon a cambiare un po’ troppe volte stile, e un certo senso di già sentito che si avverte nell’album, a volte dettato da dei riffs buoni ma troppo semplici, altre volte dettati da linee vocali nuovamente semplici, dove i chorus non escono, e in generale il disco non suona propriamente death metal, quanto piuttosto un mix di thrash, groove (predominanti), death e melodia. Questo condiziona l’opener “Voices from the past”, potenzialmente buona in vari tratti, ma piuttosto innocua nel complesso e con un incomprensibile stacco blues a metà brano, ma per fortuna i momenti più riusciti ci sono, come una “Alone in the shadow” che migliora il tiro, una “Instinct” non male, e soprattutto un brano come “War” che va molto bene nella seconda parte, come se finalmente gli Zaburon dopo tanto, finalmente carburano; peccato che di lì a poco il disco finisca. Questi episodi felici dell’album sono tuttavia associati ad altre stranezze, come una “Damnation” che stranamente va a suonare totalmente diversa dal resto del (pur molto eterogeneo) disco, tentando la carta del southern rock con voce death! Il tutto per un risultato appena ok, che va bene nelle strofe, ma con un ritornello niente di che.
Insomma: dopo 19 anni di assenza dalle scene la ruggine c’è e si sente, e “Post fata resurgo” è un album che pur avendo qualità lodevoli, funziona a tratti, e molto bene più che altro solo in “War”, il brano migliore del disco. Continuate così, ma per il prossimo disco il lavoro da fare c’è.
Track by Track
- Voices from the past 55
- Alone in the shadow 65
- Instinct 65
- Damnation 60
- Breath of betrayer - Intermezzo S.V.
- Facing death 60
- Legion of deceivers 60
- Delirium 60
- War 70
- No Regrets - Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
62Recensione di Snarl pubblicata il 25.11.2023. Articolo letto 409 volte.
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