Deshedus «Il Brigante» [2020]

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Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
01.08.2022

 

Visualizzazioni:
731

 

Band:
Deshedus
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Titolo:
Il Brigante

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessio Mieli :: Vox, guitar, piano
Gabriele Foti :: Guitar, Bass
Federico Rondolini :: Lead Guitar
Federico Pefumi :: Drums

 

Genere:
Rock / Progressive

 

Durata:
52' 30"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
29.08.2020

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Divinazione Milano
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Recensione

Sarà che la proposta musicale dei Romani Deshedus (Rock/prog leggero) è distante dal genere musicale abitualmente trattato, sarà anche una copertina onestamente atroce e fin troppo fumettosa che scoraggia davvero, ma a me l’album di debutto “Il brigante” non convince granché.
Intendiamoci: l’album è graziato da qualche bel brano, come la radiofonica “Countdown”, la cangiante “Il lupo e il brigante”, una “Il matto” interessante e ipocritamente solare nonostante le tematiche tormentate, e la sognante “Ulisse” conclusiva, con qualcosa dal sound inglese, ed inoltre è ben prodotto. Veramente bene, e non certo fatto da brava gente, ma da gente seriamente professionista, che sa come cavar fuori ogni centimetro dai tuoi brani. Il problema è che per me il resto vivacchia, con altri brani che ho sentito e risentito, ma che trovo abbastanza anonimi a lungo andare, tanto che spesso mi sono distratto e neanche mi ero accorto che era iniziato il brano dopo, e tutto per errori abbastanza banali, come “Codice rosso” che francamente comincia bene, ma che si ammoscia paurosamente nel ritornello, ripetitivo a lungo andare e non efficace. Altrove, come in “Viola”, si prova la carta della ballad retro, ma tutto suona troppo pretenzioso e graziato dalla produzione, mentre in “Attenti!” sono le strofe a sprecare le comunque buone intuizioni dei Deshedus, e qualcosa di simile avviene anche in “Mister Tamburino”, che comincia bene ma finisce un po’ non si sa dove di preciso.
“Il brigante” è un disco che dunque suona altezzoso e vuole puntare in alto, ma per me è solo un album carino iperprodotto, e dove le 3 cover più intro che cita il Danubio Blu e l’intermezzo che scomoda “Creuza de ma” non me ne importa molto, e le considero solo un atto un po’ autoreferenziale che non ho molto gradito. Serio: sarà un problema mio, ma io “il brigante” l’ho sentito e risentito, e oltre un certo “hm, carino” non sono andato mai.

Track by Track
  1. Preludio - Intro S.V.
  2. Countdown 70
  3. Mister tamburino 60
  4. Il lupo e il brigante 70
  5. Codice rosso 60
  6. Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi (Cover Battisti) S.V.
  7. Viola 55
  8. La Cura (Cover Battiato) S.V.
  9. Interludio S.V.
  10. Attenti! 55
  11. Il matto 75
  12. Still I'm sad (Cover Yardbirds) S.V.
  13. Ulisse 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 50
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
63

 

Recensione di Snarl pubblicata il 01.08.2022. Articolo letto 731 volte.

 

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