Sun Of The Suns «TIIT» [2021]
Recensione
Disco d’esordio non così tanto originale, ma decisamente compatto e apprezzabile questo debut album chiamato “TIIT” dei Sun of the Suns, che si avvale alla sezione ritmica nientemeno che Simone Mularoni dei Dgm al basso e come produttore, e Francesco Paoli dei Fleshgod Apocalypse alla batteria, e che tutti insieme ci propongono un deathcore/death metal che alterna parti serrate e d’impatto tipiche del death propriamente detto ad altre più moderne decisamente presenti e sparpagliate per tutto l’album.
“Demiurge Pt. 2” è infatti eloquente in questo, Con dei riffs invero non molto complessi, ma adagiati su ritmiche molto tirate e livide, che conferiscono un mood massivo all’album solo in parte stemperato dal breakdowns più in stile deathcore, e che al massimo utilizza un po’ di tastiere nei brani successivi. In realtà lo stile deathcore col passare dei brani di quest’album si comincia a sentire anche nella dose di melodia presente nei brani, e che esce allo scoperto in brani come “Flesh state drive”, per sfociare completamente in brani decisamente a stile atmosferico come la penultima canzone. Questa è la dicotomia musicale dei Sun of the Suns: un mood che alterna la potenza di certo brutal death a parti più atmosferiche vagamente in stile sci-fi, e con virate deathcore. Il tutto per un risultato formalmente perfetto e anche con una certa sapiente eterogeneità delle influenze, che tuttavia non brillano granché di personalità, visto che alla fine da questo trittico di influenze non si esce praticamente mai per tutto l’album e invece a volte si sentirebbe di più il bisogno di qualche idea o trovata musicale ulteriore per arricchire e diversificare i brani, che così come sono travolgono, ma sono anche abbastanza poco longevi. Non si tratta di un grave problema, ma probabilmente sotto questo punto di vista si può ambire a qualcosa di più in quanto a varietà del sound.
Ad ogni modo, “TIIT” dei Sun of the Suns è comunque un debut album muscoloso e positivo, apprezzabile per chi cerca un epigono credibile dei Behemoth, anche se, come detto, questa band secondo me è capace di fare di più e anche in maniera più personale.
Track by Track
- Demiurge Pt.1 - Intro S.V.
- Demiurge Pt 2 70
- The golden cage 70
- TIIT 70
- Obsolescence Corrupted 75
- To decay to revive - Intermezzo S.V.
- Flesh state drive 70
- Hacking the sterile system 70
- Of hybridization and decline 70
- I emperor of nothingness 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il 29.09.2022. Articolo letto 610 volte.
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