Ketha «Wendigo» [2022]

Ketha «Wendigo» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
04.12.2022

 

Visualizzazioni:
472

 

Band:
Ketha
[MetalWave] Invia una email a Ketha [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Ketha [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagine GooglePlus di Ketha [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Ketha [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di Ketha

 

Titolo:
Wendigo

 

Nazione:
Polonia

 

Formazione:
- Maciej Janas :: Vocals, Guitar;
- Tomasz Plaza :: Bass;
- Wawrzyniec Fularz :: Drums;
- Grzegorz Kielbowicz :: Guitar;

 

Genere:
Avantgarde / Dark / Progressive Metal

 

Durata:
44' 15"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
22.10.2022

 

Etichetta:
Moans Music
[MetalWave] Invia una email a Moans Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Moans Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Moans Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagine GooglePlus di Moans Music

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Heavision
[MetalWave] Invia una email a Heavision [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Heavision [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Heavision

 

Recensione

“Wendigo” è il quarto album dei band polacchi Ketha, band in auge da oltre vent’anni, oggi di nuovo a far parlare di sé nella scena underground internazionale con le sette nuovissime tracce proposte a distanza di cinque anni dall’ultima fatica. La band, forte di un avantgarde prog metal, si rileva in attitudini stilistiche che vedono l’affiancamento, in alcuni brani, dell’elettronica che mai induce il quartetto a distaccarsi dal contesto più dark che da sempre l’ha caratterizzato. In ogni caso la resa del nuovo album si incentra su sonorità molto particolari in cui il caotico cantato, un qualcosa che si avvicina ad un growl, ovattato se vogliamo, dirige le moderate andature senza entusiasmare più di tanto. I sette brani proposti si susseguono per quarantacinque minuti scarsi ma il contesto finale sinceramente lascia abbastanza l’amaro in bocca; partendo dall’opener “Stoneclad” e dalla successiva “Kanati”, all’interno della quale c’è un maggior richiamo all’elettronica, non muta minimamente il contesto ritmico ed il cantato non riesce ad entusiasmare per l’effetto che lo investe in tutto il lavoro. Stessa sorte anche per “Seventhunders” la cui particolarità ricade nella seconda parte offrendo un contesto ritmico quasi rarefatto in cui, ancora una volta, lontanissime urla in modalità cantato fanno tutto il resto; “Coyotes” indubbiamente è la miglior traccia dell’album dove emergono gli artigli della band dando così prova che ritmicamente, se vuole, può offrire molto; le successive “Waterbabies” e “Maneto” rappresentano un altro contesto ritmico appena più propositivo la prima, mentre, la seconda, offre uno strumentale in puro avantgarde dal quale spicca una nitidezza sin ad ora assente per le altre tracce; chiudono il platter i nove minuti i “Wets the bed”, altro brano di matrice dark che muta nella sua seconda parte in favore di un caotico assetto ritmico urlato. Tirando le somme il disco, stante l’impegno della band e gli anni di militanza nel genere pecca di variabili offrendo sì qua e là qualcosa di appena interessante, ma per il resto, l’emozione che rilascia è assai poca.

Track by Track
  1. Stoneclad 50
  2. Kanati 55
  3. Seventhunders 60
  4. Coyotes 65
  5. Waterbabies 60
  6. Maneto 60
  7. Wets The Bed 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
59

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 04.12.2022. Articolo letto 472 volte.

 

Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.