Kryptonomicon «Infernalia» [2022]

Kryptonomicon «Infernalia» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
14.12.2022

 

Visualizzazioni:
851

 

Band:
Kryptonomicon
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Titolo:
Infernalia

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Frank Ponga :: Bass, Vocals (backing)
Diego Rossi :: Drums
Stefano Rumich :: Guitars
Luca Sterle :: Vocals

 

Genere:
Old School Death / Black Metal

 

Durata:
51' 10"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
25.11.2022

 

Etichetta:
Punishment 18 Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Infinity Heavy
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Recensione

Più o meno a un anno dal grande disco di debutto di questi black/thrashers (più thrash che black per la verità ma ok) da Monfalcone, ecco a voi il loro secondo album, chiamato “Infernalia”, che condensa 8 brani più intro, intermezzo e cover finale in appena più di 51 minuti di musica. E con questo “Infernalia” i nostri ragazzi decidono di tornare ancora più indietro nel tempo, andando a sfociare in un filone musicale che deve molto al proto black metal e in particolare a Celtic Frost e Hellhammer, un’influenza insistita in questa release.
Basta l’opener “I.n.r.i.” a farci accorgere di questo, con dei riffs molto grezzi e che non puntano tanto sulla velocità quanto sul sound lugubre e minimale, coadiuvato da un cantato che taglia con le screaming vocals per approdare su di un cantato più declamato (diciamo così) e che fa uso dell’eco e di effetti alla voce, a tratti; e se i momenti più tipicamente thrash e da pogata ci sono, come nella violenta “La ira de dios” o “La dame du christ” più speed che black metal, i risultati migliori si sentono proprio quando i Kryptonomicon giocano a fare i marci e malvagi, come nella potente seppur cadenzata “Innocence and death”, dove i riffs del chitarrista Stefano variano poco e non prendono poi tante note, ma danno un effetto garantito, e se una “The path of lust” è l’unica che in certo modo si può davvero definire black metal, anche se la componente old school è massicciamente presente, la conclusione è affidata alla cover stravagante ma intelligente di “Let’s dance” di David Bowie. Se vi chiedete come si può unire David Bowie a queste sonorità, la mia risposta è: ascoltate e capirete. Certo, questa cover sa più che altro di divertissement rispetto alla riuscita cover del precedente disco, più integrata nel contesto sonoro dei Kryptonomicon, ma ciò non toglie che il risultato è soddisfacente.
Poi certo, ci sarebbero un paio di difetti, come “Delirium imperatoris” che comincia forse troppo debitrice a “Circle of tyrants” dei Celtic Frost (cosa già avvenuta in un brano del disco precedente, stranamente), e il sound del disco secondo me necessitava di una chitarra più ringhiante e in primo piano. Capisco la voglia di suonare old school anche nei volumi, ma per me una bella chitarra a motosega più alta di volume anche se confusa avrebbe aumentato la qualità sonora, ma sinceramente dopo 51 minuti di lerciume sonoro primordiale ma per niente stantio, questi difetti non hanno molta importanza. Bene così. Alla grande.

Track by Track
  1. Portae inferi (Intro) S.V.
  2. I.n.r.i. 75
  3. Kiss in Gethsemane 75
  4. La ira de dios 75
  5. Delirium imperatoris 75
  6. La dame du christ 80
  7. Innocence and death 80
  8. Infernalia - Intermezzo S.V.
  9. The garden of delight – The temptation 80
  10. The path of lust 80
  11. Let's dance (David Bowie cover) S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Snarl pubblicata il 14.12.2022. Articolo letto 851 volte.

 

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