Aura «Underwater» [2022]

Aura «Underwater» | MetalWave.it Recensioni Autore:
reira »

 

Recensione Pubblicata il:
07.02.2023

 

Visualizzazioni:
781

 

Band:
Aura
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Titolo:
Underwater

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Angelo Cerquaglia: bass Giovanni Trotta: drums & vocals Giuseppe Bruno: guitars Francesco Di Verniere: keyboards & synth

 

Genere:
Progressive Metal

 

Durata:
48' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
30.09.2022

 

Etichetta:
My Kingdom Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Aura è un progetto che nasce nel lontano 1996 e Underwater rappresenta il quarto disco della carriera della band, uscito sette anni dopo il precedente.
Vediamo se tutta questa attesa ha portato a un aumento della qualità del “prodotto finale”.
Si inizia con Lost over time, brano etereo in cui si intrecciano momenti più soffusi ad aperture più rock; Keep it safe ha una bella dinamica mantenendo comunque uno stile pulito e lineare, molto accostabile al rock più di stampo britannico.
On time mi ha molto ricordato il lavoro svolto da una band, per lo più sconosciuta, Side project di un chitarrista, i For all we know: il cantato è lievemente sovrastato dalla musica, bella la chitarra che, forse, rappresenta la protagonista del pezzo.
Time to live è un brano di facile ascolto, orecchiabile e con un chorus piuttosto semplice;
My last words to you, come si può dedurre dal titolo, ha un sapore un pò malinconico alternato a momenti più grintosi.
Arriviamo a Promises, uno dei brani più interessanti del disco grazie a un sentore di industrial decisamente accattivante e a un ritornello quasi catchy; anche Eternal bliss si snoda su questo tipo di mood e devo dire che risulta gradevole nel suo complesso.
Lights behind the clouds è una song interamente strumentale che ci porta dritti ad Underwater, altra song coerente con quanto ascoltato sino ad ora che rispecchia appieno il genere scelto dagli Aura.
Per finire, Astronomy domine, cover dei Pink Floyd che però si discosta decisamente da tutto il resto e non posso affermare che mi abbia convinta totalmente.
Underwater è un’opera piuttosto gradevole e di alto spessore: difficile annoiarsi in un ascolto simile, soprattutto se siete amanti del genere proposto.
Mi hanno colpita le atmosfere eteree e sognanti che la musica riesce a fare evocare all’ascoltatore, così dal nulla, traccia dopo traccia.
L’originalità è di sicuro un punto a favore degli Aura che suonano un progressive, sì, ma piuttosto melodico e, in qualche modo, più connesso al “Made in England” rispetto ad altre produzioni delle quali mi sono occupata. Questo fa sì che la musica stessa sia meno aggressiva, forse anche meno cupa, ma piuttosto di testa, introspettiva e, come dicevo prima, evocativa, almeno quanto la bella copertina che è stata scelta per rappresentarli, un'opera d'arte.
Peccato per le lunghe attese che i ragazzi danno ai loro fans, bisognerebbe sfruttare questa vena creativa per imprimersi in maniera indelebile.
Con la speranza che la prossima uscita non impieghi altri sette anni, consiglio l’ascolto a tutti gli appassionati.

Track by Track
  1. Lost over time 75
  2. Keep it safe 75
  3. On time 70
  4. Time to live 70
  5. My last words to you 70
  6. Promises 75
  7. Eternal bliss 70
  8. Lights behind the clouds S.V.
  9. Underwater 75
  10. Astronomy Domine (Pink Floyd cover) 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
73

 

Recensione di reira pubblicata il 07.02.2023. Articolo letto 781 volte.

 

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