Behind the Sun «Obsidian Rogues» [2021]
Recensione
Questo dei Behind the sun è uno di quei casi in cui la proposta musicale è completamente estranea a quella del metal e del rock. Infatti, questo duo tedesco da Baden è composto da un duo di voce e basso e chitarra e solo nel penultimo brano c’è un accenno di batteria, per un sound post/ambient, dove tutto è molto orientato verso l’acustico, e con il gain che sta ben al di sotto della metà. Questa band ci propone 8 tracce che si dividono nelle prime 4 che si propongono uno distacco dalla mondanità, mentre le 4 successive hanno un sound più ombroso e funzionano come ricostruzione del sé lontano dagli stilemi della società, almeno questo è sommariamente quanto viene riportato in biografia.
Un concept avvincente, che in effetti funziona bene nella prima parte, con un sound soffuso e minimale distaccato, vagamente somigliante in “Ruine” a certi Tiamat di brani tipo “Do you dream of me?”, ma perlopiù che suonano come qualcosa di autarchico, e dal feeling grigio misto a meditativo, come un pensiero distaccato dal resto del mondo circostante, e che in effetti rispecchia quanto sostenuto dai BTS. La seconda parte, invece, ci mette un po’ di più a carburare, suona leggermente più melodico ma al contempo anche un po’ più vuoto, e il senso di apertura del brano va enunciandosi più che altro a partire da “The morrow”, un brano dove effettivamente il senso melodico e ombroso va aprendosi con tanto di beat ritmico minimale e apertura alla chitarra solista conclusiva, che su fraseggi blues pennella le proprie gesta. Questo è anche l’ultimo vero brano dell’album, visto che il brano conclusivo suona come un outro solo per chitarra.
Il tutto per un risultato in realtà notevole. A dir la verità qui a Metalwave ci andiamo sempre cauti a recensire musica che non fa parte di ciò che normalmente trattiamo, proprio perché siamo meno esperti nel descriverla, ma qui il risultato ci ha convinti. I Behind the Sun non sono un duo che si nasconde dietro chissà quale introspezione e non giunge mai al dunque: è un gruppo che con poco sa prenderti per mano e comunicarti ciò che avevano in mente di fare, riuscendoci. Certo, pochi in questa webzine saranno anche interessati a un sound che è comunque per forza diverso da ciò che normalmente ascoltano, ma se volete fare una gradita eccezione alla regola, “Obsidian rogues” è un disco più Ambient che Post che fa al caso vostro.
Track by Track
- A trance of orbs 70
- Lost storms 70
- Ruine 75
- Wrong turn 70
- Outside the Mirror - Part One - Red Candles 75
- The shadow of a day 70
- The morrow 75
- Asylum 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
71Recensione di Snarl pubblicata il 18.02.2023. Articolo letto 353 volte.
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