Aphotic «Abyssgazer» [2023]

Aphotic «Abyssgazer» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Varoots 72 »

 

Recensione Pubblicata il:
19.02.2023

 

Visualizzazioni:
641

 

Band:
Aphotic
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Titolo:
Abyssgazer

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:

 

Genere:
Post-Death/Doom Metal

 

Durata:
44' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
24.03.2023

 

Etichetta:
Sentient Ruin Laboratories
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Nuclear Winter Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

La label americana Sentient Ruin Laboratories, in collaborazione con l'europea Nucler Winter Records, ha fatto un'ottima campagna di promozione dell'album di debutto della band lombarda Aphotic, formata da ex elementi di band conosciute come Blasphemer, Fuoco Fatuo ed Ekpyrosis.
L'enfasi descrittiva utilizzata nei loro post sui social è talmente tanta, da creare, almeno in me, delle grossissime aspettative. Ascoltando ripetutamente "Abyssgazer", full-lenght che uscirà il prossimo 24 marzo, non posso dire che mi ha deluso, anzi è un buon lavoro, ma forse il marketing così forzato potrebbe spiazzare poi il fruitore del disco, che magari si immagina una cosa e poi ne percepisce un'altra. Ecco perché sono del parere che è meglio sempre lasciare la libera interpretazione sulla propria arte, senza mai scendere troppo nei dettagli.
Nonostante le mie premesse, siamo di fronte a un lavoro sicuramente ben fatto, ingegnere del suono è un certo Greg Chandler, navigato strumentista e tecnico inglese, e il mastering è stato curato direttamente da Colin Marston, bassista nella reunion dei Gorguts e affermato polistrumentista e discografico americano, insomma due garanzie assolute.
In "Abyssgazer" le sonorità molto cupe si muovono su un death metal tecnico, molto serrato, atmosferico al punto giusto e al tempo stesso asfissiante e dissonante. Sì è catapultati all'interno di una distruzione cosmica, dove l'umano perde la concezione spazio-temporale e si ritrova a fissare un abisso senza fine. La copertina nebulosa si fa ben intendere.
Ma vediamo questo disco più nel dettaglio: dopo la breve strumentale “Endzeit”, che introduce cupamente questo lavoro, “Spectral Degradation” parte diretta con un muro sonoro sorretto da un poderoso blast beat, il growl è cavernoso e una seconda voce compare in alcune strofe, una voce pulita ma che grida sofferenza, elemento di innovazione con cui la band vuole probabilmente colpire e dare un tocco di personalità. Song della durata di quasi 6 minuti, dove molte parti più lente e cadenzate si accavallano tra loro in modo dinamico. La formula con la doppia voce è adottata spesso, anche sulla terza traccia “Cosmivore”, dotata di un riff melodico che ben contrasta la violenza del pezzo, secondo me uno dei più riusciti, anche per i molti cambi di tempo che dimostrano la capacità tecnica degli Aphotic. Segue “Deathward and Beyond”, in cui non mancano certo le atmosfere e le orchestrazioni; molto interessante il lavoro delle chitarre, in alcuni passaggi dissonanti, con sempre la costante della doppia voce, mentre la batteria è mastodontica, sia nelle parti veloci che in quelle più cadenzate. “Endzeit II” è la seconda strumentale 'bridge' suonata solamente con chitarra acustica, molto d'effetto. È il turno della title-track “Abyssgazer” che, introdotta da un suono quasi etereo, inizia con un mid tempo. Tutta la song è al limite del death-doom, solo dopo il quinto minuto, quindi nella parte finale, si riporta sulle sonorità più veloci.
“Horizonless”, settima traccia, dal procedere molto ossessivo e disturbante ricorda i migliori Ulcerate, altro pezzo molto bello e ben costruito. “Depths Call Depths” ripercorre come suoni le prime due tracce, ed è proprio qui che comincio a perdermi , nel senso che mi dà a volte l'impressione che il disco rischia di essere un po' ripetitivo, sembra come quando ti perdi in un bosco e tutti i sentieri sembrano uguali. Così accade anche per l'ultima track “Chasmous”, preceduta da una terza strumentale, “Endzeit III”, anche se comunque qualche spunto interessante c'è.
Alla fine “Abyssgazer” è un lavoro che mi ha abbastanza soddisfatto e, seppur con qualche neo, è un disco di cui consiglierei certamente l'acquisto agli amanti del genere.

Track by Track
  1. Endzeit 65
  2. Spectral Degradation 80
  3. Cosmivore 85
  4. Deathward and Beyond 70
  5. Endzeit II 60
  6. Abyssgazer 70
  7. Horizonless 70
  8. Dephts Call Dephts 55
  9. Endzeit III 50
  10. Chasmous 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Varoots 72 pubblicata il 19.02.2023. Articolo letto 641 volte.

 

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