Paenil Era «Deviere» [2023]
Paenil Era
Titolo:
Deviere
Nazione:
Romania
Formazione:
Genere:
Black Metal
Durata:
32' 0"
Formato:
CD
17.03.2023
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Formati nel 2013 come Signatura Rerum, la black metal band rumena cambia oggi il proprio nome in Paenil Era forgiando quattro nuove lunghe tracce di avvolgente ed inquietante angoscia pressate in questo terzo album intitolato “Deviere”. La band, per motivi prettamente concettuali, utilizza questo nuovo nome traendo spunto da un anagramma rumeno “Palnie Era” che significa “Imbuto cattivo” simboleggiando un filtro rotto o parzialmente funzionante che accoglie un flusso di subconscio fatto di pensieri oscuri e rappresentanti un tentativo di connettersi con il subconscio nel tentativo di dare voce al lato oscuro della psiche. I nuovi quattro brani pressati in questo “Deviere”, piuttosto lunghi nell’esecuzione, paiono decisamente compatti nel loro insieme essendo non soltanto ritmicamente ricchi dei più naturali quanto basilari contesti appartenenti al black metal in generale ma, sostanzialmente, richiamano nella propria indole anche elementi atmosferici che spezzano il legame con il caratteristico sound nefasto. Il cupo quanto malsano scream incentra il tutto nella propria espressività forte, cruda e delirante ottimamente a proprio agio con il resto strutturale delle tracce. “The Tower”, seppur di base con un proprio assetto accelerato rivendica numerosi parti atmosferiche che rendono maggiormente apprezzabile sia lo scream che l’ideale del brano in sé; un crudo e rudimentale riff apre “The Hearth”, pronto ad onorarci con un successivo quanto arido assetto ritmico, prettamente moderato ma pur sempre ricco di clima malsano che un po’ lontanamente ci ricorda Coldworld nelle sue migliori performance; segue poi “The Wall”, un brano dall’assetto quanti più rock che black se non fosse per lo scream e i suoni impiegati oltre che per la cavalcata centrare mista tra accelerazioni e passaggi atmosferici; conclude il platter “The Tides”, brano delicato ma cupo, inquietante nel proprio arpeggio iniziale dal sapore intrecciato e seducente. Il disco, per rappresentando il terzo capitolo per questa band, non offre significativamente nulla di originale rispetto ai caratteristici assetti e contesti di questo genere ma dimostra una più che spiccata indole nel rendere ciò che più darsi per scontato come un qualcosa di estremamente sentito e personalizzato.
Track by Track
- The Tower 70
- The Hearth 70
- The Wall 70
- The Tides 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Wolverine pubblicata il 19.02.2023. Articolo letto 837 volte.
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