Sermon «Till Birth Do Us Part» [2023]

Sermon «Till Birth Do Us Part» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
24.02.2023

 

Visualizzazioni:
564

 

Band:
Sermon
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Titolo:
Till Birth Do Us Part

 

Nazione:
Turchia

 

Formazione:
- Cem Barut :: Rhythm Guitar;
- Durmus Kalin :: Guitars, programming, keyboard;
- Harun Altun :: Vocals;

 

Genere:
Doom / Death Metal

 

Durata:
56' 54"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
10.02.2023

 

Etichetta:
Bitume
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Debutto per i turchi Sermon, autori delle otto tracce pressate in “Till Birth Do Us Part” per proporre un doom death metal dal sapore prettamente malinconico e seducente la cui indole si concede anche passaggi più dark quasi a ricordarci i primi Paradise Lost, Katatonia e Type O Negative sfiorando l’ora di ascolto. Il trio turco torna a ricompattarsi dopo un lungo periodo di fermo dove tre demo e nulla di più, aveva offerto l’esperienza iniziale della band; fanno invece oggi ritorno con il loro primo full lenght con contenuti sentiti e fortemente maturi. Apparentemente il disco procede costante in un’unica direzione al punto da annoiare soprattutto nella sua seconda parte ma per un genere come questo è abbastanza normale tenuto conto che il genere si sviluppa su partiture che difficilmente puntano a staccate inaspettate o follie tecniche da manuale. Dopo una serie di ascolti il disco entra bene in sintonia con l’ascoltatore sia per il sound, proponendo addirittura il richiamo di violini generati dal synth, oltre ad altri interessanti effetti sonori, che per la buona prova vocale disposta su un cupo e caldo clean. L’apertura di “Posthumous” mette subito in chiaro le regole della band dando manforte ad un buon attacco che subito prende e trascina; non male “Requitement” brano profondo sia nel sound che nella possenza sonora; sulla stessa intensità “Cerulean” brano forte di un mood deciso e coinvolgente soprattutto per la lavica intensità strutturale; melodrammatica l’apertura della viola in “Destined To Decline” un brano destinato a svilupparsi con una intensità più marcata senza mai abbandonare la malinconica e pavida ambientazione; chiude il platter “The Jupiterian Effect” particolare resa sonora che non smette di interessare ed affascinare per i suoi particolari suoni. Un disco che inaspettatamente affascina e coinvolge lasciando un velo di malinconia ma allo stesso tempo una forza avvincente.

Track by Track
  1. Posthumous 80
  2. Silver Splinter 75
  3. Flawless Entropy 70
  4. Requitement 70
  5. Cerulean 75
  6. Destined to Decline 80
  7. Gnostic Dissensus 70
  8. The Jupiterian Effect 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 24.02.2023. Articolo letto 564 volte.

 

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