OldNick «Take a Look at the Sky» [2022]
Recensione
"Take a look at the sky", oltre ad essere il titolo dell’album degli OldNick, sembra essere anche un modo per sentirsi più vicini al bassista Paolo venuto a mancare a causa di un tumore. La band ha visto l’esigenza di cambiare formazione più volte fino al punto che Zampa (cantante e chitarra) ha imbracciato il basso perduto al fine di registrare, suonare il loro primo album e esaudire il grande desiderio di Paolo. E bravi, ci siete ruisciti ragazzi, immagino non sia stato per niente facile.
Non sono purtroppo riuscito a scorgere il significato o il significante dell’intro e dell’outro, o sono forse troppo intimi per la band e poco incisivi sull’ascoltatore. Noto un buon drumming lungo tutto l’album, senza fronzoli, ma molto gradevole. Purtroppo è meno gradevole la pronuncia del cantato e la timbrica apparentemente poco potente e precisa, ma immagino che l’emozione di cantare queste canzoni abbia fatto non pochi scherzi!
Mi aspettavo una ballad da “Take a look at the sky” e invece arriva una traccia Hard-Rock/Grunge con intervalli molto simili a quelle scelte da Cobain, ma senza quella, forse necessaria, potenza di emissione. Con la durata di poco più di 4’, riesce a concludersi, secondo ovviamente il mio punto di vista, proprio quando deve.
Non me ne voglia la band, ma penso che ci sia qualcosa da rivedere soprattutto nel cantato, poco convincente e molto ripetitivo nelle linee, che come succede per “Don’t Hide” vengono anche ripetute dall’intro del solo facendo risultare un po' stucchevole il tutto.
L’intro di basso e il riff di “My Obsession” e le linee vocali scelte ci portano subito a casa degli Alice in Chains, forse anche un pochino troppo. Mi spiego meglio, sembrano delle idee ritagliate e incollate.
Molti brani degli OldNick hanno riff semplici che però possono essere accattivanti, molti soli di chitarra risultano forse non necessari, anche viste le capacità tecnico-armoniche, ma non è bello ciò che è bello. Devo anche ricordare a me stesso e a chi andrà ad ascoltare questo album, al di là delle retroscene, che è il primo album degli OldNick.
Con “The Wrong Way” i suoni si incupiscono e non mi dispiace per niente! Già dalla canzone dopo si rientra però nell’andamento generale dell’album.
Dopo la decima canzone ho l’impressione di ascoltare le stesse idee, rimescolate e riposizionate.
Vorrei consigliare agli OldNick, sì di farsi influenzare dalle band di riferimento, ma soprattutto di trovare la loro identità sonora e soprattutto vocale, che necessita più carattere e attinenza allo strumentale, per esempio sull’intro di “Carry On” (e non sulla strofa) è più centrata rispetto all’intero album; mi raccomando anche di lavorare sulla pronuncia.
Track by Track
- Intro S.V.
- The honest man 60
- I don't care 40
- Take a look at the sky 55
- Don't hide 45
- My obsession 60
- Fall down 60
- Crawling S.V.
- The wrong way 70
- Here I am 60
- Never again 45
- Crossroads 50
- Carry On 65
- Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 30
- Originalità: 40
- Tecnica: 55
Giudizio Finale
51Recensione di Tusk pubblicata il 10.03.2023. Articolo letto 608 volte.
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