Fattore Rurale «Raccolgo la Notte» [2023]
Fattore Rurale
Titolo:
Raccolgo la Notte
Nazione:
Italia
Formazione:
Marco Costa- voce
Riccardo Trivella Polledri- chitarra
Stefano Schembari e Daniele Mandelli- basso
Alex Janev- batteria
Gabriele Montanari- violoncello
Matteo Calza- banjo
Jenny Hurricane- cori
Genere:
Country-Folk / Rock
Durata:
42' 0"
Formato:
CD
Recensione
Fattore rurale è un progetto nato nel 2018 grazie a Marco Costa e Riccardo "Trivella" Polledri .
Il loro primo EP "Lividi" è del 2019 e nel 2021 esce il doppio singolo"Morsi".
Raccolgo la notte è il primo full length e vi si narra l’accettazione di sé, della propria natura in modo da poter essere finalmente liberi.
Dato che si tratta di un genere non comune sulle nostre pagine, ora lo andiamo ad ascoltare con curiosità.
Si inizia con Raccolgo la notte, brano in stile quasi country in cui le protagoniste sono la chitarra (e il banjo) e la voce particolarmente rauca.
Stricnina è più oscura e piuttosto triste sia nel testo che nella musica; Liberaci dal male ha un sapore blues e rispecchia un’animo riflessivo e un pò deluso.
Medellin continua su questo percorso in cui sono le parole a fare breccia nell’ascoltatore; Tu hai i miei occhi potrebbe essere una ballad, sincera e inaspettata, intensa in ogni suo momento, l’unica pecca è legata al cantante che spinge un pò troppo su questa “graffiatura” della voce.
Figli di Icaro ha una punta di rock’ n roll che fa emergere la grinta del testo; Vertigine mi ha ricordato i Flogging Molly quando propongono soluzioni più intime e meno “cariche”, un pò folk e un pò country.
La pioggia picchiava a gennaio è malinconica, un lento graffiante che alterna i ricordi e si trascina con un vago sentore di tristezza.
Porco! Lassù qualcuno mi ama e Mille sigarette sono la giusta conclusione, coerenti con tutta l’opera e con quel sapore agrodolce che lascia una notte di riflessione nella quale, forse, si viene a capo di qualcosa di importante.
I Fattore Rurale propongono uno stile particolare che pone l’accento sui testi e ciò che narrano e, di conseguenza, all’interpretazione del cantante.
La musica diventa una magnifica cornice che completa il contesto, di volta in volta più bucolico piuttosto che fumoso e parecchio introspettivo.
In alcuni momenti, la band mi ha ricordato vagamente il nostrano Ligabue di venti anni fa, con le sue parole in cui tutti potevamo, almeno un pochino rispecchiarci.
Sicuramente si tratta di un disco interessante, uno di quelli in cui ti ci devi immergere per capirli e assaporarli fino in fondo, altrimenti rischi di trovarlo noioso e non coglierne il potenziale, l'essenza.
Unica pecca che, a mio parere, va a incidere sul giudizio globale è proprio la voce del cantante che spesso, troppo, insiste su questa “graffiatura” e fa sembrare il tutto un pò artefatto, al contrario di come dovrebbe apparire una musica di questo tipo.
Per il resto, nulla da dire e sono certa che Raccolgo la notte piacerà agli amanti del genere.
Track by Track
- Raccolgo la notte 65
- Stricnina 65
- Liberaci dal male 65
- Medellin 65
- Tu hai i miei occhi 65
- Figli di Icaro 65
- Vertigine 65
- La pioggia picchiava a gennaio 65
- Porco Lassù qualcuno mi ama 65
- Mille sigarette 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 60
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
63Recensione di reira pubblicata il 26.04.2023. Articolo letto 277 volte.
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