Marlugubre «Maladie» [2022]
Marlugubre
Titolo:
Maladie
Nazione:
Italia
Formazione:
Tiziano Colella :: All instruments
Genere:
Acoustic / Ambient/ Instrumental
Durata:
1h 12' 15"
Formato:
CD
07.07.2022
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione
Marlugubre è una one man band da Taranto, il cui “Maladie” è un disco che, voglio dirlo da subito, va apprezzato per il coraggio e certo stile, ma molto di questo talento è annebbiato da una eccessiva devozione per i propri numi tutelari, che porta la band di Tiziano Colella a emulare i propri idoli, piuttosto che onorarli facendo qualcosa di proprio, e portando la sua musica fuori coordinate.
Infatti, presentato come Progressive death metal, si sente molto evidentemente che nel secondo brano in realtà il sound di Marlugubre è post, con fugaci fughe verso il metal estremo, ma circoscritte, e che comunque non sono la parte forte del brano, decisamente a suo agio su sonorità sognanti. Senonché, “The coeur of magdalene” cambia coordinate all’improvviso, e qui Marlugubre si rivela avere più di un debole per gli Opeth di “Still life” e forse di “Damnation”, poiché qui le parti melodiche vanno molto bene, anche se chiaramente influenzate; purtroppo spesse volte si sente anche che alla voce non c’è Akerfeldt, e lo si sente in certe linee vocali troppo basse, dove Tiziano Colella non ce la fa, dando al tutto un risultato a volte goffo. Si arriva a “Le valtzer macabre”, e qui le coordinate sonore variano ancora andando a finire su qualcosa tipo Pensées Nocturnes, con molto post con tocchi stralunati, e poco progressive. I tre brani successivi invece tentano la carta dei brani lunghi anche più di dieci minuti, ma il risultato è altalenante, dove a volte lo stile musicale ci sta ma non si capisce bene da che parte compositiva vuole stare il nostro Tiziano, il tutto confermando le magagne alla voce di cui sopra. Non a caso, è l’ultimo brano quello che mi ha impressionato di più, proprio perché tra assoli di sassofono e tocchi post davvero riusciti, Marlugubre sembra più liberarsi dell’ingombrante presenza dei propri numi tutelari e brillare di luce propria.
In altre parole, “Maladie” è un disco che ha potenziale, ma suona confuso a livello di identità musicale, come se dovesse togliersi dalla testa di voler per forza tributare gli Opeth quando invece il proprio dna musicale sta da un’altra parte. C’è molto potenziale, ma le influenze vanno gestite meglio. Per il momento diamo una timida sufficienza a Marlugubre, ma ci riserviamo di risentirlo in futuro con fiducia proprio per il potenziale dimostrato.
Track by Track
- Milady 70
- Bleak are the november nights 65
- The coeur of magdalene 65
- Le valtzer macabre 65
- From the ghosts parlour 70
- In succubus mind 65
- Taciturn landscape of a violets field 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
69Recensione di Snarl pubblicata il 22.05.2023. Articolo letto 368 volte.
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