Recensione

Da Modena i Michael Khill, band in auge dal 2019, presenta il proprio debutto con l’intento di unificare hardcore e metal estremo per dar luogo ad una miscela esplosiva e immancabilmente estrema. Otto brani condensati in meno di venti minuti di ascolto è in sostanza il contenuto di questo “Infierire Sul Malessere” dove punk, hardcore, grindcore, death e thrash si scontrano ed inevitabilmente danno luogo ad un qualcosa che scotta in tutti i sensi. Pur ispirandosi a Napalm Death, Cripple Bastard e molti altri il quartetto riesce a farsi apprezzare sia nella propria follia che nel proprio buon senso; e proprio il buon senso di saper costruire qualcosa di positivo e accattivante scorre nelle vene di questa band che non si lascia certamente intimorire ed offre un prodotto estremamente divertente dove ritmiche in costante variazione e potentissimi riff fanno da padrone; anche la cui produzione, inoltre, è altro punto forte del disco. Inutile la disamina delle singole otto tracce che viaggiano da poco più di un minuto ai tre minuti di ascolto: divertentissima l’opener “Fulcro dell’Agio” e “Perizia Asettica”, cattive e allo stesso tempo cariche di marciume la violenta “Coscienza del Male” e “Ghetto”, titoli questi che in sostanza parlano da soli in relazione alla compattezza e velocità. Un esordio che rappresenta per gli amanti del genere una vera e propria rivelazione di cui sono certo che questa band continuerà a sapersi fare apprezzare come in questo divertentissimo e dannato debutto.

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