Mun «Nhemis» [2023]

Mun «Nhemis» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
09.07.2023

 

Visualizzazioni:
327

 

Band:
Mun
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Titolo:
Nhemis

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Michal :: Guitar;
- Tomasz Stodolny :: Guitar;
- Ozimir Gaslonsky :: Vocals;
- Gniewko Swiątek :: Drums;
- Pedro :: Bass;

 

Genere:
Sludge / Post-Metal

 

Durata:
41' 39"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
12.04.2023

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Heavision
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Recensione

I polacchi Mun, band con alle spalle un bagaglio discografico di numerose uscite, nel corso dell’ultimo decennio, rilascia il nuovo disco “Nhemis”, racchiudendo in otto tracce e per quasi tre quarti d’ora di ascolto, il proprio estro nello slduge metal. In effetti, ciò che cattura l’attenzione di chi scrive queste righe, è la buona commistione tra una ritmica abbastanza semplice e il poderoso growl che squarcia in maniera quasi brutale le andature dei brani; in sostanza il quintetto offre un ventaglio variegato che si delinea in andature moderate, pur sempre pregne di distorti potenti che non concedono tregue e ben si alternano con i desolanti e rarefatti arpeggi di chitarra. Ascoltare i Mun significa fare affidamento su una carica sonica sporca e martellante, che mischia una sorta di poste metal moderno e imbestialito ad elementi sludge, il che, l’avrete già capito, significa pane per i denti di fan di Every Time I Die e, soprattutto, Cancer Bats; in sostanza si fanno apprezzare sia sui contesti più cattivi che nelle parti melodiche. Tra i brani, meritano cenni l’opener “Zmey” che delinea in maniera completa l’intero stile della band offrendoci una buona prospettiva di ascolto per il resto delle rimanenti tracce. Anche “Aracne” e la successiva “Thelo” mostrano la sinergia che si alterna in ritmiche pregne e compatte che ben mettono in evidenza sempre la vena più oscura della band; bisogna comunque riconoscere che il loro fascino deriva molto più dal suono sporco ed elettrico delle chitarre, più che dalle strutture delle canzoni, in fin dei conti molti dai contenuti abbastanza semplici. Ma ancora, l’arpeggio sporco di “Oizyia” ci mostra anche il lato più clean e moderato del proprio frontman che poi si delinea nella cattiveria a cui ci ha abituato con le precedenti tracce; anche la conclusiva “Anesy” offre un quadro strutturale che si riabbraccia alla precedente citata. In ogni caso, pur non trattandosi di un miracolo, posso consigliare caldamente questo disco agli appassionati del genere.

Track by Track
  1. Zmey 75
  2. Yvygenya 75
  3. Arakne 70
  4. Thelo 70
  5. Nehtropy 75
  6. Oizyia 70
  7. Apokaire 70
  8. Anesy 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 09.07.2023. Articolo letto 327 volte.

 

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