Nautha «Metempsychosis» [2023]
Recensione
"The Sail" è la prima parte di questo concept album, un riferimento alla trasmigrazione dell'anima dopo la morte, che inizia alla grande il viaggio in "Heracleion" con una chitarra fluttuante, un velo sul mare, che non va mai a fondo, non si tuffa e non si bagna, ma che chissà quanti corpi vede mentre va. Corpi sommersi e corpi riemersi che tentano invano di trovare la riva. La coda del delay così breve dà ampio spazio ad un'evoluzione fluida del brano. L'anima vaga, fino a fermarsi in una "Laguna", il cui chorus liquido dà l'impressione di lasciarla cadere, ma poi le improvvise sferzate distorte la riafferrano. In laguna la chitarra mostra una grande capacità di volare sulla tastiera pur rimanendo ancorata al suo suono, che è preciso e personale.
Su "Kteis" viene confermata la buona esecuzione del concept. Finora non ho parlato della voce che finalmente riesco a considerare uno strumento come gli altri, in un amalgama consapevole, sia nei volumi che nelle intenzioni. Ecco per me questa voce è l'onda sul bagnasciuga, una voce che ti culla ma che a volte ti rapisce.
Con "Kata Kumbas" inizia "The Descent",: la seconda parte dell'album. Un cerchio perfetto, il brano è l'anello di congiunzione, la riflessione del corpo naufragato, pieno fuori, vuoto dentro. Sarebbe bello rimanere qui, morto a galla, ma l'anima viene trascinata da"Metempsychosis" e da "Cerbero" attraverso una esecuzione malinconica e amara che in poco più di un minuto riesce racchiudere l'essenza della band, e che poi va a esplodere nell'apertura migliore dell'intero album. Mi ricorda un po' "a thousand charms" dei Celan nella sua aggressività agglomerante, e gli Amplifier nel finale post, space metal che come una piovra avvinghia viscosa per farti sprofondare negli abissi. Il viaggio che ci offrono i Nautha è affascinante dalla partenza all'arrivo, seppur triste, e in "Šamat" mi sembra di rivivere i migliori anni degli Eloy, con quella rabbia passiva e latente che riuscivano a mascherare bene, trasmettendola solo inconsciamente all'ascoltatore.
È stato estremamente facile perdersi in un lavoro così di qualità, che sia o meno nelle proprie corde "Metempsychosis" è un gran prodotto che merita attenzione, che non ha mai una caduta di stile, ben eseguito dall'inizio alla fine, dalla copertina al mastering. Non posso che fare miei più sinceri auguri a questa band, nell'attesa del prossimo viaggio post-mortem!
Track by Track
- Heracleion 85
- Laguna 75
- Kteis 80
- Kata Kumbas 85
- Metempsychosis 80
- Cerbero 80
- Šamat 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
81Recensione di Zolgia108 pubblicata il 15.07.2023. Articolo letto 641 volte.
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