1782 «Clamor Luciferi» [2023]

1782 «Clamor Luciferi» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
17.07.2023

 

Visualizzazioni:
418

 

Band:
1782
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Titolo:
Clamor Luciferi

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Marco Nieddu :: Vocals, Guitar;
- Gabriele Fancellu :: Drums;
- Francesco Pintore :: Bass;

 

Genere:
Occult Doom

 

Durata:
39' 30"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
14.04.2023

 

Etichetta:
Heavy Psych Sounds
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Purple Sage PR
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Recensione

“Clamor Luciferi” o meglio “L’urlo di Lucifero”, disponibile sotto l’egida della Heavy Psich Sound, è il terzo disco che compone il trio dei 1782, band che con il proprio nome vuole da sempre ricordare Anna Goldi e tutte le streghe che furono vittime dei roghi proprio a partire da quell’anno. Il caratteristico doom occulto che il trio propone si dipana nel corso delle otto tracce ed è in grado di offrire un sound compatto e penetrante tenuto conto la classica andatura lavica del genere. Ascoltando le tracce vengono in mente Monolord e Windhand con la differenza che la band, a suon di riff in base fuzz, tratta delle vicende della propria terra di origine in cui folk, racconti locali e tradizioni rievocano contesti che al giorno d’oggi con l’avvento della tecnologia e del mondo digitale non devono in alcun modo essere dimenticati. Le tracce, all’interno delle quali un caldo clean rievoca tutto ciò, si presentano con una certa ansia, con una ipnosi che avvolge l’ascoltatore in un vortice da cui difficilmente si può uscire a causa del prevalere della malinconia e della sofferenza come se si venisse evocati direttamente da Lucifero. L’intro, che praticamente offre l’idea di un “benvenuto” in questo mondo macabro e funereo, fa assistere ad una sorta di processione dove vengono ben in rilievo le tradizioni della terra dei fuochi per il buon fuzz generatore di frequenze compatte; i migliori episodi ricadono su “Succubus” e su “Demon” in cui al meglio la band ci ricorda i propri canoni già ben sperimentati nel corso delle precedenti uscite; la lunga marcia strumentale di “Tumultus XIII” ci conduce poi alla più dinamica “River Of Sin” altra buona prova per la forza convincente dei riff che trascinano ancora una volta l’intera componente stilistica forgiata dalla band. A chiudere il disco “Devil’s Blood” e “Death Ceremony” altre due incredibili realtà in cui l’irruenza sia del clean, divenuto nel frattempo più ovattato, determina la marcata indole della band. Anche se le linee melodiche spesso appaiono un po’ ripetitive, i 1782 rimangono una band estremamente solida e preparata, che ama quello che fa e cerca, uscita dopo uscita, di crescere sotto tutti i punti di vista, riuscendo a centrare una propria evoluzione musicale. Il disco è infatti indubbiamente piuttosto interessante da un punto di vista strumentale, pur senza uscire mai dal seminato del doom più ortodosso, appena arricchito da venature quasi heavy ma più epiche che in definitiva possono un po’ dare quella sensazione di eguaglianza tra una traccia e l’altra e che, a lungo andare, potrebbero un po’ annoiare.

Track by Track
  1. A Merciful Suffering S.V.
  2. Succubus 70
  3. Demons 70
  4. Black Rites 70
  5. Tumultus XIII 70
  6. River Of Sins 70
  7. Devil's Blood 70
  8. Death Ceremony 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
70

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 17.07.2023. Articolo letto 418 volte.

 

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