Cancervo «II» [2023]
Recensione
Il nuovo disco dei bergamaschi Cancervo, semplicemente intitolato “II”, si ispira fortemente agli anni ’70 prendendo come fonte d’ispirazione il mondo esoterico dell’occulto visto in un’ottica prettamente folk e doom. Partendo dal fatto che questa volta non si tratta di un disco strumentale come nel caso del recente debutto di questa band, questa volta i Cancervo inseriscono delle parti cantate offrendo un lavoro più completo e di maggiore presa sull’ascoltatore. Il lavoro incentra il proprio potenziale sui riff che si snodano tra basso e chitarra dando così luogo ad atmosfere oscure e misteriose che rievocano in qualche modo, un contesto che dà l’impressione di essere volta in volta dinanzi ad un vero e proprio rito. Ritmicamente il lavoro si presenta abbastanza lineare e tra un brano e l’altro le differenze paiono minimali tenuto conto della forte impronta del doom rispetto alla psichedelica o al contesto folk, ne sono un esempio i primi due brani “Arera” e “Herdsman of Grem”; con “Devil’s Coffin” le cose, seppur apparentemente, sembrano cambiare con l’inserimento di qualche contesto più rituale anche se il brano è uno strumentale e nulla di più; un assolo di un certo spessore prende poi corpo nel corso dell’ascolto di “ Zambla” mentre il ruolo principale è affidato ad una discreta congiunzione tra basso e chitarra; chiude poi il disco un brano dalle sembianze rituali intitolato “Zambel’s Goat”, la cui durata è di quasi nove minuti di ascolto, indubbiamente uno dei migliori del platter, sia per l’assonanza ritmica sia per il contesto melodico decisamente in maggior rilievo rispetto ai suoi predecessori. In chiusura possiamo dire che l’ascolto del disco rileva la sensazione di trovarsi dinanzi ad un disco diviso in due diverse parti dove una prima pare maggiormente avrebbe meritato uno sviluppo più variegato rispetto alla seconda che invece offre un reale squarcio di come questa band in definitiva sa farsi apprezzare. Auspichiamo che il prossimo terzo lavoro di questo trio, possa convogliare in una riuscita maggiormente fantasiosa sotto il profilo strutturale…ma di questo ne siamo più che convinti visti i presupposti.
Track by Track
- Arera 60
- Herdsman of Grem 60
- The cult of Armentarga 65
- Devil's coffin 70
- Zambla 70
- Zambel's Goat 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Wolverine pubblicata il 06.08.2023. Articolo letto 506 volte.
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