Goat Vomit Noise «Golgotha of the Underdogs» [2023]
Goat Vomit Noise
Titolo:
Golgotha of the Underdogs
Nazione:
Italia
Formazione:
R. Pest :: Vocals, Guitars
Agares :: Bass
Molock :: Drums
Genere:
Black / Death Metal
Durata:
35' 6"
Formato:
CD
15.09.2023
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Zitti zitti, i Goat Vomit Noise da Ancona sono arrivati al quarto album, e da una band che stava sempre là in apertura ai concerti lungo tutta la costa adriatica e non solo, ultimamente si stanno levando anche lo sfizio di qualche tour. Cioè in altre parole, questo trio in una maniera costante ma insospettabile, sono riusciti anche loro a ricavarsi il loro cospicuo spazio nell’underground.
E con il quarto “Golgotha of the underdogs” i nostri vanno a suonare molto più death che black, ancora più che in passato, per un sound che spesse volte è più vicino ai rallentamenti alternati alla furia iconoclasta degli Incantation e alla pazzia sonora degli ultimi Arkhon Infaustus che al black metal, solo che per inquadrare bene il sound, bisogna aggiungere una decisa quantità di old school al proprio sound, oltre che a influenze black sparute che affiorano in brani come “Marching over locusts” e in certi moods più spettrali e mostruosi, e perfino cose crust/HC che invece affiorano in “Sun of what will not be”. Questo è il definitissimo sound dei Goat Vomit Noise, che in circa 35 minuti ci sparano queste sonorità senza se e senza ma, prodotte molto bene e con sounds scuri e saturi ma senza esagerare, per un risultato che ti convince proprio per la caparbietà di questi ragazzi e per l’attitudine schietta ma ragionata di questi brani. E visto che questo sound non è granché comune in Italia, io personalmente prendo. Certo, alle volte il feeling di disco di nicchia c’è, altre volte vorresti una seconda chitarra che renda il sound meno scarno, ma i Goat Vomit Noise alla forzata mancanza di poliedricità compensano con le cartelle che ti tirano in faccia brano dopo brano, di cui secondo me l’episodio compositivo migliore è dato dalla title track, in quanto è il brano più furioso, alternato alla successiva “Last hour under morphine” che ci arriva vicino per la sua poderosità.
In altre parole, “Golgotha of the underdogs” è un disco senza fronzoli, tutto attitudine e fatti, che non si sogna di provare a fare l’originale, ma fa ciò che vuole senza rendere conto a nessuno, e tra l’altro anche con una certa personalità sonora. Se non avete mai dimenticato sonorità tipo “Cromlech” dei primi Darkthrone o immaginate dei Necros Christos più death e meno doom, l’ultimo dei Goat Vomit Noise è il disco che fa per voi. Davvero una buona estate a livello di releases per il black metal italiano, non c’è che dire!
Track by Track
- Oxygenocide - Intro S.V.
- The silent enslavement 75
- Marching over locusts 75
- Golgotha of the underdogs 80
- Last hour under morphine 80
- Sun of what will not be 75
- Extirpation of faith 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
76Recensione di Snarl pubblicata il 19.09.2023. Articolo letto 588 volte.
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