Ramon Moro «Calima» [2023]

Ramon Moro «Calima» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
22.09.2023

 

Visualizzazioni:
266

 

Band:
Ramon Moro
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Titolo:
Calima

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Ramon Moro :: All instruments

 

Genere:
Dark Ambient

 

Durata:
32' 21"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
06.01.2023

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ramon Moro con questo suo nuovo lavoro chiamato “Calima” ci propone un disco ambient, dove la tromba è presente come protagonista quasi unico oltre alla voce (a dire il vero ascoltando l’album ho avuto la sensazione che fosse alternata a synths e altri strumenti, forse alcuni campionati e altri veri, ma lo stesso Ramon ci ha detto che è solo tromba, fliscorno e voci) per un risultato che, diciamolo subito, non ha niente a che vedere con rock e metal.

E c’è da dire che il disco è diviso in due parti, di cui la prima è costituita dalle prime due canzoni e dall’ultima, dove si staglia un ambient minimale ma riuscito, molto ritualistico e con voce delirante nell’opener “Stratified ritual”, mentre “Private hall” è molto più onirica e conclude in qualcosa di più corale, mentre il brano finale è una tromba sconsolata che risuona in lontananza mentre intona una lugubre marcia funebre, per un risultato d’effetto. La seconda parte è invece decisamente più strana, perché va dal terzo al decimo brano compresi, e messi insieme passano di poco i 10 minuti di durata, coprendo un terzo del disco, e si tratta di brani brevi, abbozzati e francamente che non capisco tanto. In mezzo a tanta leggiadria ambient, infatti, non capisco cosa c’entra un brano come “Run! Come on!”, che consiste in un brano rock acido appena abbozzato, anche non male, ma che finisce così come comincia dopo neanche due minuti, e questo lasciando perdere i vari intermezzi brevi davvero ridotti all’osso o dove per me è solo silenzio, come in “Anathema”, oppure altri di questi brani che sono solo dei temi. Non male, ma sono solo temi, e per di più abbozzati, vista la breve durata.

Non sappiamo come si deve interpretare questo disco: da una parte abbiamo una prima parte ben riuscita e comunicativa, ma tutto il resto dei brani non l’ho capito sinceramente, visto che per me vagano tra l’abbozzato e il non comprensibile, e non ho capito perché non sostituirli con un altro brano ambient, né cosa c’entrano quei due brani cantati con voce stridula dall’effetto quasi rock. Pretenziosità, autoreferenzialità o tutto troppo criptico, non lo sappiamo, ma so che il risultato di questi piccoli brani a me non dice nulla in quanto poco rilevante.

Ribadisco: poteva essere un grande album ambient, e invece è riuscito a metà, con quei brani che non si riescono a spiegare. Dategli un ascolto, ma per me il disco è relegato a “solo carino” visto che quei brani gli danno un certo senso di incompiutezza e amatoriale piuttosto sgradevole.

Track by Track
  1. Stratified ritual 75
  2. Private hall 75
  3. Private passage - Intermezzo S.V.
  4. Run! Come on! 55
  5. Anathema - Intermezzo S.V.
  6. Intentando alcazar un futuro mejor 55
  7. Fighting a losing battle 55
  8. Blood vessels - Intermezzo S.V.
  9. Oppression 55
  10. The abyss - Intermezzo S.V.
  11. Dim funeral march 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Snarl pubblicata il 22.09.2023. Articolo letto 266 volte.

 

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