Kre^u «Kre^u» [2023]
Recensione
Il proiettare le origini della propria terra all’interno di un genere musicale generalmente è compito arduo e prevalentemente difficile da materializzare; sostanzialmente, non a caso, diverse realtà nazionali hanno tentato l’esperimento riuscendoci sino ad un certo punto e comunque rivendicando le tradizioni di un tempo legate al culto dei morti e dell’aldilà, mondo tipicamente annesso all’esoterico e musicalmente al black metal. I sardi Kréu attraverso le storie e le radici della propria terra fanno un viaggio indietro nel tempo alla ricerca dell’origine della propria terra unificandone i misteri e le dure vite sottoposte alla natura violenta dove ebbero ad affrontarsi briganti, fuorilegge e tutti coloro che combatterono per la propria indipendenza ed individualità nel corso del periodo sabaudo. Stilisticamente, come sopra accennato, il disco offre un insieme di black e dark metal dai contenuti epici dove il cantato in lingua sarda viene esternato attraverso un mutabile clean spesso acerbo e rabbioso. Le sei tracce quindi si dispongono in un clima proteso alla ricerca della drammaticità, non privo di momenti accelerati, in cui i riff di chitarra e un onesto lavoro di batteria fanno tutto il resto. L’opener “Dae Una Losa Ismetigada” altro non è se non un lungo poema recitato in lingua sarda (inevitabilmente) in cui si rincorrono rumori di sottofondo, fruscii e quant’altro; segue poi “Nottùrnu”, una brano discretamente suonato ma che alla fine annoia un po’ per il sin troppo ripetitivo ritornello cantato; “Sa Morte ‘E Su Pastore” in cui si ravvisa un riff abbastanza coinvolgente, probabilmente uno dei migliori brani del platter; è poi la volta di “A Sos Antigos”, dove ancora una volta vengono rievocate le gesta degli antichi abitanti della Sardegna ma il brano a lungo andare remane più o meno sulla stessa linea compositiva senza particolari variazioni; “Ebbia Su Sambene”, brano molto impostato sulle linee black metal che assume quasi i connotati di un contesto sinfonico; conclude il platter “A Palas Non Torred” i cui contenuti si contestualizzano in un insieme di corali e spassionate urla quasi e rendere ancora più sinistro il tutto. Il lavoro è singolare per i contenuti anche scenografici e storicamente ricostruttivi, probabilmente un po’ troppo monotono in diverse sue parti estremamente risultate anche sin troppo lunghe all’ascolto; mentre per quanto concerne la parte strumentale, si apprezza per i suoi contenuti, mai blandi, ma piuttosto in alcuni tratti intriganti.
Track by Track
- Dae Una Losa Ismetigada S.V.
- Nottùrnu 65
- Sa Morte 'E Su Pastore 75
- A Sos Antigos 70
- Ebbia Su Sambene 65
- A Palas Non Torred 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 75
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Wolverine pubblicata il 04.11.2023. Articolo letto 458 volte.
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