Ordahlia Nera «Mask of Broken Glass» [2023]

Ordahlia Nera «Mask Of Broken Glass» | MetalWave.it Recensioni Autore:
reira »

 

Recensione Pubblicata il:
17.11.2023

 

Visualizzazioni:
472

 

Band:
Ordahlia Nera
[Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Ordahlia Nera [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagine GooglePlus di Ordahlia Nera [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Ordahlia Nera

 

Titolo:
Mask of Broken Glass

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Vanna Basso - Voce
Ivo Ricci - Chitarra
Michele De Ponti - Chitarra
Alex “Raven” Colombo - Basso
Edo Sala - Batteria

 

Genere:
Dark Symphonic Metal

 

Durata:
48' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
27.10.2023

 

Etichetta:
Universal Music Group
[Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Universal Music Group

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
E-Grapes Promotion
[MetalWave] Invia una email a E-Grapes Promotion [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di E-Grapes Promotion [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di E-Grapes Promotion

 

Recensione

ORDAHLIA NERA è una nuova band e fa il suo esordio attraverso MASK OF BROKEN GLASS, un album composto da nove inediti, fra cui il singolo “Elizabeth Ann Short” e una cover di “The Look” dei Roxette.
“Mask of Broken Glass rappresenta la nostra fragilità, il desiderio di nascondere il proprio Io solo per compiacere gli altri. In realtà chi ci conosce riesce a vedere oltre quella maschera di vetro e prima o poi tutto si frantuma e ci fa apparire per quello che siamo. Dovremmo essere sempre onesti, prima di tutto con noi stessi, accettarci e se possibile migliorare.” dice Vanna Basso, frontwoman della band.
L’artwork è un’opera di Alessandro Carozzi e vuole mostrare simbolicamente il femminile che, con un certo sforzo, si rialza, sotto ali che si fanno pesanti a causa del timore ancestrale maschile, per liberare la sua energia.
I testi sono invece opera di Vanna e parlano di femminicidio (“Elizabeth Ann Short”), della guerra (“Bloody Nightmare”), ma anche di altre tematiche degne di nota.
Sulla carta sembra tutto interessante e ben studiato, ora passiamo ai fatti.

Si inizia con Thorns, brano oscuro che ha puntato più sul piano evocativo piuttosto che su quello prettamente melodico, è possibile percepire delle chiare influenze gotiche; discorso analogo per Elizabeth Ann short, la quale, oltre ad affrontare una tematica ben riconoscibile, è anche il primo singolo estratto con tanto di video in un’antica dimora massonica.
Arriviamo, con non molto entusiasmo a dirla tutta, a Follow this path che, inizialmente, mi ha ricordato un pò l’inizio di una canzone di Tarja Turunen, ma poi si rivela un pò confusa tra musica e cantato, al punto da faticare a riconoscerne un chorus o comunque una vera struttura.
Bloody nightmare e I hear your call si presentano un pò più articolate e in qualche modo convincenti sebbene manchi sempre quella verve che potrebbe rendere il tutto più convincente.
Le note di Alone sono intrise di metal sinfonico, sempre mantenendo un tono tenebroso; Don’t look back, My angel comes e The way of doom avrebbero anche potuto avere un loro potenziale ma risultano piuttosto piatte e lasciano una sensazione di “incompletezza”.
Infine, The look, ripresa dai Roxette e che, personalmente, avrei evitato per rispetto della meravigliosa artista che è stata Marie Fredriksson: la voce della cantante non calza con questo pezzo, l’arrangiamento quasi punk non si adatta per nulla e il risultato è una delusione piuttosto evidente. forse sarebbe stato meglio puntare su un altra cover?

Devo dire la verità e non sempre fa piacere. Vista la premessa che la band ha voluto evidenziare, ovvero il fatto di essere supportati da un’etichetta discografica importante, mi aspettavo molto di più. Anche considerando il fatto che la line up mostra musicisti di tutto rispetto e con valide esperienze alle spalle.
Ciò che davo per scontato era il fatto che gli Ordahlia Nera fossero pronti e maturi per questo debutto, che portassero qualcosa di nuovo con grinta e personalità.
Invece, di fatto ho ascoltato un totale di minuti di musica con zero verve ed energia, poca originalità a livello generale, testi compresi.
Alla fine di tutto, è stata inserita a forza una cover che meritava un pò più di tatto, non di certo di essere rovinata in questo modo.
Personalmente, Mask of broken glass mi ha delusa e un pò anche annoiata, non è da me scrivere queste parole, ma davvero mi aspettavo ben altro.
Più che sulla major, contavo sul talento indiscutibile dei ragazzi che compongono la band i quali sembrano non aver dato davvero il massimo per questa uscita.
Tanto rumore per nulla oltre che uno spreco di potenziale.

Track by Track
  1. Thorns 55
  2. Elizabeth Ann Short 60
  3. Follow this path 55
  4. Bloody nightmare 60
  5. Alone 55
  6. Don't look back 55
  7. My angel comes 55
  8. The way of doom 60
  9. I hear your call 60
  10. The look 45
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
57

 

Recensione di reira pubblicata il 17.11.2023. Articolo letto 472 volte.

 

Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.