Recensione

I Loudmother rappresentano una nuova realtà nell’ambito dell’hard’n’ blues, nati dalle ceneri dei Guinea Pig, il nuovo progetto del trio bresciano offre un delicato e allo stesso tempo tenace mix del sopraccitato genere con l’aggiunta di qualche contesto più funk che altro non fa se non abbellirne la già divertente uscita. I dieci brani proposti offrono un sound moderno ed attuale ricco di riff e con una ritmica sempre sulla cresta dell’onda. Ad arricchire il tutto anche l’ottima performance del caldo clean, talvolta rabbioso, sbarazzino e dinamico, sempre pronto a colmare la buona dose ritmica sprigionata brano dopo brano. “Falling Apart” si contestualizza attraverso un potente riff che vieppiù si avvolge all’interno di una compagine sonora fatta di buon senso ma anche di mordente tenuto conto di un buon approccio ritmico ’70 che la caratterizza; dominante è anche “Telephone”, brano deputato ad omaggiare l’intramontabile leggenda Hendrix; altrettanto da presa sono “The Cattle”, per il suo inimitabile hard’n’ blues e “Funkerstrut”, altra esperienza settantiana disposta su armonici riff con annessi, buoni ritornelli sia cantati che suonati. Da ricordare ancora “Smell In The Glove”, brano che rappresenta una via di mezzo tra metal e blues dall’avvincente risultato compositivo; non male neppure l’approccio prettamente rock n’ roll di “Too Late For The Heart”. In sostanza siamo in presenza di un disco dinamico, fresco, divertente e, senza troppe parole, divertente dall’inizio alla fine.

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• 21 Mar. 2023 LOUDMOTHER: i dettagli del nuovo album ''Falling Apart''»

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