Membrance «Undead Island» [2023]

Membrance «Undead Island» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Varoots 72 »

 

Recensione Pubblicata il:
04.01.2024

 

Visualizzazioni:
610

 

Band:
Membrance
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Titolo:
Undead Island

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Davide Lazzarini - Voci e Basso, Synt
Giacomo Rusconi - Chitarre ritmiche e soliste
Gregorio Di Angilla - Chitarre ritmiche e soliste
Giovanni De Fraja - Batteria e percussioni

 

Genere:
Death Metal

 

Durata:
36' 58"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
23.06.2023

 

Etichetta:
Extreme Metal Music
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Rockshots Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Asher Media Relations
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Recensione

La band veneziana Membrance ha superato ormai il decennio e con questo ultimo lavoro giunge al terzo full-lenght.
Lo stile della band si mantiene sempre sulle stesse linee del death metal old school, spaziando dalle sonorità scandinave a quelle americane, un death decisamente potente e serrato, ma allo stesso tempo colmo di groove, con cui le due chitarre spesso giocano.
Il titolo "Undead Island" parla chiaramente della nota città lagunare di Venezia che ha dato i natali a questi musicisti, e vengono utilizzati parecchi termini strettamente veneziani sia nei testi che nei titoli delle tracce, come "Spirar nel caigo", ossia morire nella nebbia, oppure "Marubio" che indica un intenso temporale colmo di nubi tipico della laguna, o ancora "Sepolto in Velma", la velma è il particolare fondo melmoso di alcune parti della laguna veneziana.
Un'altra song "Spettro Malcontenta" parla della famosa villa Foscari della località limitrofa a Venezia, dove si manifesta ancora oggi, periodicamente, l'apparizione del fantasma della nobile Elisabetta Dolfin esiliata e resa prigioniera nella villa dal marito a causa della sua infedeltà, una graziosa figura dai capelli rossi e abito nero.
"1348" fa riferimento alla peste nera che imperversando dall'Asia all' Europa colpì anche il capoluogo veneto.
"Riva de Biasio" traccia che parla della famosa riva che prese il nome da Biagio Carnio, un macellaio friulano, che era diventato famosissimo nella città per le sue morbidissime carni con cui si faceva il famoso "sguazeto", ma si venne poi a scoprire che le carni appartenevano a bimbi scomparsi e così Biagio, Biasio in veneziano, finì per confessare tutto e venne prima privato delle mani e poi decapitato in piazza S.Marco e il suo corpo smembrato in 4 pezzi ed esposto per giorni.
"Stench of Rot", probabilmente parla dei problemi che la città ha spesso avuto con le alghe stagnanti e maleodoranti, almeno io l'ho interpretata così !!???
The Shores Crumble, le rive che si sgretolano, il lento e disastroso sgretolamento della città sull'acqua.
Questo album mi ha colpito molto per le tematiche, a me care essendo anche io veneto, il songwriting risulta abbastanza vario tanto che a volte si perde un po' la bussola, nel senso che le influenze sono veramente tante ( anche death-black in "Marubio"), pur restando assolutamente un disco distruttivo ed elaborato con assoli di chitarra molto validi, talvolta melodici, e riff micidiali.
Dopo vari ascolti Riva de Biasio resta la mia traccia preferita, con quel sapore di Dismember (sarà l'argomento!) e tirando le fila è un lavoro che svela il suo fascino e spero che dopo questa descrizione vi venga la curiosità di farlo vostro, perché come soatengo sempre qui in Italia il metal lo sappiamo fare e molto bene.

Track by Track
  1. Zombie Massacre 65
  2. Spirar nel Caigo 60
  3. Spettro Malcontenta 75
  4. 1348 65
  5. Marubio 65
  6. Amor of Hate 70
  7. Riva De Biasio 80
  8. Sepolto in Velma 75
  9. Stench of Rot 60
  10. The Shores Crumble 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Varoots 72 pubblicata il 04.01.2024. Articolo letto 610 volte.

 

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