Bruno Karnel «Hic Sunt Dracones» [2024]
Bruno Karnel
Titolo:
Hic Sunt Dracones
Nazione:
Francia
Formazione:
- Drums :: Pavel Ljubicic;
- Bass guitar :: Julien Waghon (2-9, 11); Antonin Smirr (10) ; Oleh Mytrofanov (1).
- 6 & 7 strings guitars :: Matthieu Gajewski (1, 2, 4, 6, 11); Ricardo Da Silva (1-3, 7).
- Piano, mellotron, Hammond organ, mini Moog, celesta & Rhodes :: Alessio Medeot (3, 5, 11).
- Cello :: Polina Faustova (1, 5).
- Backing vocals :: Sonia (1, 3, 4, 6, 11).
- Guitarrón :: Angel Terán (5).
- Add guitar :: Florent Morel (9).
- Lead vocals, acoustic 6 & 12 strings, electric 6 & 7 strings, domra, charango, mandolins, saz, keys & programming, field recording :: Bruno Karnel.
Genere:
Post-Rock / Heavy Prog
Durata:
54' 6"
Formato:
CD
Recensione
Diciamo che l’approccio con l’ultimo lavoro del francese Bruno Karnel non è semplicissimo. L’autore francese è accompagnato nella realizzazione delle ben undici tracce del nuovo “Hic Sunt Dracones” da una serie di strumentisti estremamente caparbi nell’esecuzione delle proprie parti che rendono complessivamente curioso e appena appaganti i contenuti del disco; la curiosità emerge dal mix di generi a cui l’autore si appella, generi naturalmente quasi del tutto estranei alla compagine del metal. Tenuto conto del fatto che l’ora scarsa di ascolto viene generata dal clean dall’artista in lingua francese, e questo già di per sé non rende semplicissime le cose, l’apparato strumentale che avvolge il tutto è disposto in un genere difficilmente classificabile tra rock alternativo, pop e qualche velatura più prog. Non che non sia piacevole l’ascolto, ma la sensazione che si ravvisa pare essere congeniata con un mood forse un po’ troppo aspro, quasi primitivo e poco curato nei dettagli; ciò che però affascina nel corso dell’ascolto è l’impiego innumerevole degli strumenti che danno il proprio apporto tra melodie, distorti, contesti riflessivi, passaggi più strumentali e quant’altro. Non mancano ballad, armonie, distorti, viole, mandolini contesti al limite del romanticismo, tematica assai cara all’autore che ovviamente non si limita dell’esternare la passione. Le tracce in definitiva scorrono ma si ha l’impressione di stare sempre ad ascoltare la stessa cosa che alla fine, stante le varie potenziali diversificazioni, un po’ annoia; indubbiamente va elogiato l’estro dell’autore e di tutti gli artisti di cui si è avvalso, ma l’ascolto, pare più che altro destinato come sottofondo in un locale di periferia, durante l’ora della merenda pomeridiana.
Track by Track
- La grise, la triste, l'horrible 60
- Abscisses desordonnees 60
- Mare congelatum (Der Wanderer) 55
- Mythologie vinyle 55
- Negatif des vagues 60
- Thiua 60
- Musique obsidienne 60
- Kusi Kuyllur 60
- Opération Septentrion 60
- L'orme mort 55
- Tromso 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
59Recensione di Wolverine pubblicata il 13.03.2024. Articolo letto 563 volte.
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