Rotten Crows «Narcissus» [2024]
Rotten Crows
Titolo:
Narcissus
Nazione:
Italia
Formazione:
Ruben Palma :: Bass
Davide Gabrielli :: Guitars
Ravenecrolust :: Vocals
Carmine De Benedettis :: Guitars
Genere:
Progressive Black Metal
Durata:
43' 40"
Formato:
CD
04.03.2024
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Il secondo disco dei Rotten Crows da Roma è il tipico caso di gemma con un pochino di imperfezioni qua e là, senza se e senza ma. A dir la verità avevo già sentito questi ragazzi ad un concerto, e per la verità mi erano sembrati carini ma da risentire, più che altro perché i RC usano la drum machine anche da live, con un risultato che per forza di cose è penalizzante. Da disco, però, le cose cambiano drasticamente, e con tutti i volumi equalizzati bene, si riesce ad apprezzare molto meglio il sound di questi ragazzi.
Infatti, il loro black metal è molto sperimentale. È debitore in certe parti a una certa magniloquenza dei Cradle of Filth, ma le influenze variano così tanto che si va a finire nell’avantgarde di certi Solefald, passando per influenze molto estranee al metal, come parti più pulite che lambiscono (Sacrilegio) la musica core, quasi, passando per blast beats su riffs acustici che non suonano forzati, il tutto con una certa teatralità di fondo, e (cosa molto importante) un feeling black metal che sa mordere quando deve, cosa questa che va spesso a mancare quando si mette sul tavolo la componente sperimentale. E come se non bastasse, aggiungete un solo blues con tanto di fiati (!!!) sul finire dell’ultimo brano. Questo è “Narcissus”, un disco molto personale, cangiante e senz’altro ben riuscito, che fa dell’originalità il suo punto di forza, e con un songwriting che scorre invero molto liscio e senza intoppi, dove c’è spazio sia per la teatralità ipnotica di “When I wake up” che per la furia più tipicamente black di “In deathbeds” poi alternata a varie influenze, passando per la pura stravaganza ben arrangiata e curiosamente orecchiabile di “Carnage party”, il brano meno black di tutti e che comunque non stona affatto.
Detto questo, va anche detto che pur avendo un bello stile personale e molto originale, ai Rotten Crows forse serve un produttore migliore, che sappia rendere al meglio alcune parti, come la già menzionata “In deathbeds” che a livello di impostazione vocale poteva essere interpretata un po’ meglio e gestita meglio da una produzione migliore, così come a volte si sente troppo la parlata romana di parti come “Mi avviSCino”. Questo non inficia tutto sommato il risultato musicale, ma gli dona un tocco amatoriale che fa stonare l’atmosfera del disco. Delude un po’ anche “Another step”, che va bene, finché il brano va a sfumare fin troppo presto e quando non è affatto finito, lasciandolo un po’ così.
In conclusione, come detto, nonostante qualche vistosa imperfezione che degrada “Narcissus” da bomba a disco sempre gradevole da ascoltare, ma con un tocco un po’ più “casalingo”, occorre dare il giusto risalto a questi ragazzi che si autoproducono e ci stupiscono per la personalità dimostrata, nonché una ragguardevole maturità sonora, a cui però manca una certa perfezione formale. Se vi piace il black più sperimentale, “Narcissus” dei Rotten Crows merita un ascolto.
Track by Track
- Between glass flakes 75
- Another step 65
- In deathbeds 65
- Beyond my shadow 75
- When I wake up 75
- Carnage party 80
- In my interior 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
74Recensione di Snarl pubblicata il 04.05.2024. Articolo letto 302 volte.
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