Recensione

Gianni Bianconi è un artista musicista e letterato appassionato di Dante Alighieri, omaggiato oggi in questo “Inferno piuccheperfetto”, un disco che poco ha a che fare con il metal se non nulla probabilmente ma se ne apprezza compiutamente l’idea e la passione che abbracciano l’autore. La linea compositiva si orienta stilisticamente in un rock alternativo narrato e cantato in lingua madre, che tratta i propri contenuti ispirandosi all’inferno dantesco. Non a caso l’autore dedica questo suo concept album al primo dei tre volumi che caratterizzano la più bella epopea dell’autore fiorentino. Il sound si alterna tra andature moderate sviluppate sia in acustico che attraverso contesti distorti e motivi melodici di chitarra che si avvolgono alternandosi nel corso dell’ascolto dei brani. Gianni Bianconi quindi offre la propria massima espressività sviluppando le otto tracce di questo lavoro in un contesto che offre anche spunti da palcoscenico teatrale; ascoltare il disco fa immaginare di trovarsi in un teatro dove l’autore seduto in uno sgabello e con la propria musica che scorre vede l’alternarsi di danze in costume ispirate ciascuna ai più caratteristici capitoli dell’inferno dantesco. Molti i ritornelli cantati e orecchiabili che rendono omaggio sempre all’autore cinquecentesco di tanto in tanto messo sotto la lente d’ingrandimento attraverso basi ritmiche elettroniche ma naturalmente mai blande o inutili. La passione del clean narrato e dalla musica che avvolge lascia facilmente trasudare la grande emozione che vive il proprio autore per la grande opera dantesca e che, vuoi o no, riesce inevitabilmente a trasmettere alla propria platea.

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