Maybe Later «After All These Years» [2023]
Recensione
Alternative progressive rock per i Maybe Later, e questo è il loro disco di debutto, che condensa 7 brani più intro in poco meno di 34 minuti di musica. Una musica che come si sarà capito già dalla definizione musicale attribuita, è qualcosa di indubbiamente personale e avvincente. E devo dire sin da subito che se io avessi una major label, accetterei questo disco perché ha potenzialità, ma è anche una gemma ancora un po’ grezza e a volte non ben lavorata.
Le influenze progressive sono infatti facilmente ascoltabili nella sezione ritmica, mentre la voce e chitarra di Federico fanno virare tutto decisamente verso l’alternative, per un risultato strano ma avvincente, che non è diretto come molti dischi alternative underground, ma non è neanche troppo cervellotico o falsamente vintage come certi dischi prog moderni, e questo lo si sente nella opener “Anthem”, un brano che sfugge a dei diretti collegamenti musicali e che unisce una poliritmia ad un feeling polveroso e quasi grunge, e lo si sente ancora di più in “Hollow”, che non si fa problemi a mostrare le influenze di cui sopra all’inizio, e ad andare più veloce ed elettrica dopo, cosa che avviene anche nella riuscita “Nothing in between”, che ha davvero un titolo che NON rappresenta lo stile della band, visto quante soluzioni stilistiche di mezzo tra i due caposaldi del genere i Maybe Later hanno.
E quindi, perché nonostante queste buone cose il voto è un po’ timido? Secondo me, è la produzione che va ampiamente valorizzata. I Maybe Later in questo “After all these years” giocano la carta del sound analogico e quasi da presa diretta, ma secondo me invece serve curare maggiormente questo aspetto, con un produttore che dica a questi ragazzi come dosare al meglio le varie influenze. Non solo: l’ultima “Fogli di via” è la canzone che forse dice la verità sui brani dei Maybe Later: inizio alternative, esplode rock ma ritmicamente non diretta, e termina shoegaze, il tutto con degli stili che forse restano un po’ scollati tra di loro e che non vertono più da un lato quando serve l’orecchiabilità (Anche se “Boulevardier” sembra il brano da singolo), e dall’altro quando si può usare la carta cerebrale.
Auspichiamo che questo debutto, seppur riuscito, sia un po’ immaturo, perché percepisco che i Maybe Later ci sanno fare, ma occorre un produttore che sappia rendere grandi questi ragazzi e massimizzi e dosi le loro influenze. Cosa che in Italia sinceramente la vedo difficile. Ma noi siamo speranzosi e ci segniamo questi ragazzi per il futuro. Ripeto, forse è un disco acerbo, ma per ora i Maybe Later promettono bene.
Track by Track
- Prelude - Intro S.V.
- Anthem 75
- Hollow 75
- Boulevardier 70
- How it goes 65
- Nothing in between 70
- As one 65
- Fogli di via 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il 29.07.2024. Articolo letto 284 volte.
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