Astral Fortress «Spawn of the Stars» [2024]
Recensione
Il black metal miscelato ad un death melodico è in sostanza il contenuto del debutto di questo progetto chiamato Astral Fortress rilevandosi dinamico e moderno e basando le proprie fondamenta su passaggi accelerati oltre che su intermezzi melodici. La band, ispirandosi alla musica anni ’90, prende un po’ ciò che ha reso importante la propria crescita in ambito musicale avvenuta nel corso degli anni a cominciare da band quali Dissection, sino a Mordid Angel e Dark Throne. Il suono si rivela non troppo ronzante ed abbraccia, come riferito, partiture più diversificate che offrono, un po’ qua ed un po’ là, un insieme di elementi che rendono il disco tutt’altro che monotono o piatto; tante le variazioni che si percepiscono e che vanno dalla devastazione a contesti più ragionati capaci di puntare a rendere il lavoro come un qualcosa di inedito. Non a caso si assiste a riff potenti e ad annessi blast beat che non si propagano mai alla stessa maniera in tutti i brani ma vi sono passaggi all’interno dei quali lunghi refrain dettano la regola per rendere anche al meglio lo scream, elemento essenziale per i contenuti delle nove tracce. Tra i brani le migliori soluzioni ricadono su “Spawn Of The Star” in cui la matrice death metal si insinua nella miglior maniera con il black; ma ancora “The Dream In The Witch House” caratterizzata da un oscuro riff d matrice black pronto a dare impulso ad un’andatura moderata; molto diretta è poi “Spawn Of The Star” brano di matrice black metal accelerato e diretto che vede al proprio interno diversi passaggi appena più melodici; dinamiche analoghe sono contenute in “The LightHouse”, mentre “Rosemary’s Baby” forse rappresenta al meglio l’essenza compositiva di questa band. Chiude il drammatico e triste suono del pianoforte con il brano “Gaia, The Doomed Planet”, traccia dai contorni oscuri e prog. Il lavoro anche se in alcuni punti andrebbe perfezionato, si rivela come un qualcosa di inedito che riesce ad amalgamare più contesti allo stesso tempo proponendosi come innovativo e contemporaneo da un lato e, dall’altro, fautore di ciò da cui tutto ha avuto inizio.
Track by Track
- Quantum Fluctation S.V.
- Unanimated Matter 70
- Spawn of the Stars 65
- The Dream in the Witch House 70
- The Dunwich Horror 65
- The Lighthouse 70
- Rosemary’s Baby 70
- Cosmic Void 65
- Gaia, the Doomed Planet 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
71Recensione di Wolverine pubblicata il 28.09.2024. Articolo letto 199 volte.
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