Recensione

Discreto e nulla più questo EP strumentale di musica elettronica per Buonarroti, progetto mandato avanti da Davide Chiusolo e che condensa circa 20 minuti e mezzo di musica in 6 brani in pieno stile synthwave, dal buono stile e che se ulteriormente sviluppate potrebbero essere delle ottime basi per brani cantabili.
Ed è proprio in questo che ho detto il difetto principale di “Inhibitions”: l’Ep suona bene a grandi linee, con una grandeur sinfonica positiva verso la fine di “Scars” e una “Deepest” che suona speranzosa e solare, che sono le migliori canzoni del brani, ma si ha sempre un po’ il feeling che i brani suonano incompleti, e che con una maggior cura dei dettagli nella produzione si poteva davvero fare qualcosa di più, come in “Shadows”, che comincia bene ed ha un buon groove, ma poi si perde dietro a qualche introspezione, e soprattutto poteva essere arrangiata per essere cantata. Idem dicasi per “Spotless mind”, che suona un po’ più abbozzata e ci si poteva cantare sopra, magari rendendo il beat un po’ meno roboante. Discorso non molto dissimile per la conclusiva “Underdog”.
In altre parole, “Inhibitions” di Buonarroti è un disco non male, ma anche che lascia un po’ il tempo che trova, penalizzato da alcuni errori forse di immaturità e a volte con i brani non strutturati a dovere. A grandi linee, lo ripeto, ci siamo, ma occorre più cura nei dettagli per eccellere e lasciare davvero il segno.

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