Satin «Satin» [2023]

Satin «Satin» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.10.2024

 

Visualizzazioni:
613

 

Band:
Satin
[MetalWave] Invia una email a Satin [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Satin [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Satin

 

Titolo:
Satin

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Satin :: All Instruments

 

Genere:
Rock / AOR

 

Durata:
46' 44"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
29.09.2023

 

Etichetta:
Art Of Melody Music
[MetalWave] Invia una email a Art Of Melody Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Art Of Melody Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Art Of Melody Music
Burning Minds Music Group
[MetalWave] Invia una email a Burning Minds Music Group [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Burning Minds Music Group

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Atomic Stuff
[MetalWave] Invia una email a Atomic Stuff [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Atomic Stuff

 

Recensione

Satin è una one man band dalla norvegia, e il ragazzo in questione ristampa i suoi due primi dischi, e il genere trattato è AOR, quell’adult oriented rock che il più delle volte suona come uno dei tanti epigoni degli anni 80, come se per questa gente il tempo si fosse fermato, con tutti i suoi pro e contro. Tuttavia, il disco di debutto di Satin stupisce positivamente contro ogni pronostico, devo ammetterlo.
Infatti, non è certo l’originalità che stupisce di questi quasi 47 minuti di musica, ma la genuinità della proposta musicale, che pur essendo chiaramente debitrice ai vari Bon Jovi, Europe e a volte Motley Crue più smussati nella più rockettara “Leave it be”, si fa ascoltare molto bene. Intendiamoci infatti: l’opener “Fire the shot” non è un brano originale, e in vari momenti della canzone ci puoi attaccare “You give love a bad name”, eppure in qualche modo il brano funziona e si lascia ascoltare piacevolmente, così come si fa ascoltare “Don’t know the words”, che sarà pure un brano soft (ma comunque non una ballad), ma è talmente ben orchestrato e arrangiato che va a ricordare nientemeno che la celebre “Carrie” degli Europe, e tuttavia Satin sa compensare la parte più orecchiabile con parti più dure come in “I’ve been crazy” con un notevole assolo e la già menzionata “leave it be”.
Questi sono gli highlights di un disco su cui, come ho detto a inizio recensione, non pensavo di spenderci molta attenzione, ma invece mi ha attaccato allo stereo. Se il rock più arrotondato degli anni 80 è incontrovertibilmente tatuato nel vostro cuore, qualcosa tipo Lionheart, date una chance di ascolto a questo disco. Non ve ne pentirete.

Track by Track
  1. Fire the shot 75
  2. Don't know the words 80
  3. I've been crazy 80
  4. Life will never slow down 75
  5. I want us 70
  6. Friends 70
  7. Some call it love 70
  8. Leave it be 80
  9. Part of it 75
  10. I don't need anybody 70
  11. I want us (demo bonus track) S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Snarl pubblicata il 11.10.2024. Articolo letto 613 volte.

 

Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.