Tropic Santos «Caccia Grossa» [2024]

Tropic Santos «Caccia Grossa» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Wolverine »

Recensione Pubblicata il:
16.10.2024

Band:
Tropic Santos

Titolo:
Caccia Grossa

Nazione:
Italia

Formazione:
- Marco De Salvo :: Guitars;
- Giulio Tiberi :: Drums;
- Luca Umidi :: Bass;

Genere:
Psychedelic Stoner Rock

Durata:
32' 10"

Formato:
CD

Data di Uscita:
19.01.2024

Etichetta:
Argonauta Records

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
Grand Sounds PR

Recensione

Proviene da Milano l’ingegnoso trio dei Tropic Santos, band nata nel 2018 e dedita ad un particolare psych-stoner rock ispirato alla giungla oscura per i suoi generosi groove tribali oltre che per una buona dose di fantasia. Le sei tracce pressate su “Caccia Grossa”, disco interamente strumentale, rievocano con le proprie ipnotiche melodie uno scenario che si autodescrive a suon di note e ambientazioni in cui l’apporto di una parte cantata probabilmente risulterebbe di troppo! La giungla di questa “Caccia Grossa” è pregna di straordinarie atmosfere strumentali che ingenerano nella mente dell’ascoltatore uno scenario di livello ma soprattutto ipnotico forgiato dal suono della chitarra tipicamente anni ’70; a rendere ancor di più magnetico l’ascolto è anche la buona produzione che rende il tutto appetibile all’ennesima potenza. La band inizia ad offrire stupore e meraviglia con l’opener “Dead Tropic”, la cui forza ipnotica e ritmica hanno dell’incredibile in relazione alla dese straordinaria di melodici; molto più oscura è “ No Amico” forte di un buon lavoro di basso che va ad alternarsi tra contesti di quiete ad altri più propositivi; c’è poi una delle migliori del platter con “Mystic Liver”, traccia che emula molto i Black Sabbath ma che nel complesso è generosa per il clima che si percepisce, sempre inevitabilmente collegato con i tramonti e il clima rovente di una giungla arida e desolante; che dire poi di “Convoy”, un brano ricco di adrenalina e sempre ricco di suspance nota dopo nota; è poi la volta di “Jaguar Mamas” forte di un sound ben disposto e incredibilmente preciso nell’esecuzione; chiude il platter “Sacred Forces Saturation” brano nuovamente lento, arido e mistico nei contenuti ancora una volta pregno di atmosfere ipnotiche e riflessive. Un debutto di tutto rispetto che non limita in ogni caso i confini di questa band capace di sorprendere ancora di più con la propria innata e incredibile creatività.