Trauma Forward «Aesthesys» [2023]
Trauma Forward
Titolo:
Aesthesys
Nazione:
Italia
Formazione:
Jacopo Bucciantini :: Drums, Glockenspiel, Lyrics
Francesco Presentini :: Electric Guitar, Classical Guitar, Bass
Davide Lucioli :: Keyboards, Synth
Fabio Zuffanti :: Producer
Genere:
Rock Progressive
Durata:
1h 8' 11"
Formato:
CD
17.11.2023
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Il secondo disco dei Trauma Forward, band progressive rock quasi strumentale con rare tentazioni ambient e altre più elettroniche, è un esempio di come il proporre una musica senza compromessi e fatta solo secondo il proprio gusto personale può tradursi in un’arma a doppio taglio, che nella fattispecie consiste senz’altro in un viaggio affascinante e anche lungo in questo caso, essendo l’album sfiorante i 70 minuti di durata, ma anche talmente contorto e tutt’altro che facile da assimilare, da poter provocare facili crisi di rigetto per qualcuno, col risultato di dover abbandonare anzitempo questo viaggio.
In realtà, “Aesthesys” dei TF comincia in maniera abbastanza facile da digerire, con una “Neon shrubs” invero non chissà quanto strutturata, ma comunque apprezzabile e godibile, seguita da una “My mind circle” leggermente più comunicativa. Ma è solo l’inizio: la vera essenza del disco si rivela da “Heat, crisis and pain”, un brano molto astratto e vettore di umori strani e contorti, dove gli strumenti comunicano in continuazione, e la stessa cosa si può dire per la successiva “Harbor Spoor”. Questi due brani costituiscono il vero leit motif di “Aesthesys”, che suona raffinato e complicato, ma forse anche fin troppo pieno di idee e di introspezioni che non sfociano mai in momenti più da singolo o perlomeno più catchy, e facendo semmai a volte l’errore di andare a suonare un po’ autoindulgente, come in “Light on-Yellow Key”, dove il brano suona un po’ troppo allungato verso la fine nella parte di chitarra acustica. Certo, ci sta bene, ma è anche l’ennesima idea che si dilunga un po’ e che aggiunge ancora più carne al fuoco, e la stessa cosa si sente nella seguente “Gate in sight”.
Appare chiaro che “Aesthesys” dei Trauma Forward è dunque un disco buono, ma che devi volergli anche un bel po’ di bene per seguirlo. Non è un disco diretto e non deve esserlo, ma ciò non toglie che forse è anche un po’ troppo impegnativo e che finisce anche per perdersi nelle sue tante divagazioni, come se a furia di aggiungere idee e trovate si sia perso un po’ il vettore comunicativo dell’album, preferendo suonare sempre complicati e contorti. Lampante esempio di tutto questo è dato proprio dalla title track, che poteva iniziare in maniera più lineare, ma finisce per andare in direzione esattamente opposta e continuando a suonare cervellotica.
“Aesthesys” è dunque un disco MOLTO prog, ricercato e raffinato, ma anche un bel po’ autoindulgente e a tratti anche un po’ pretenzioso, dove forse ai Trauma Forward si può chiedere di sfrondare un po’ la proposta musicale. Ciò non toglie che anche così la fascia di pubblico per questo disco ci sta, ed è per questo che attribuisco a questo disco il voto sotto riportato. Certo, ribadisco, per apprezzarlo ci vogliono forza mentale e il momento giusto...
Track by Track
- Neon Shrubs 70
- My mind circle 70
- Heat, Crisis And Pain 70
- Harbor Spoor 70
- Light On - Yellow Key 70
- Gate In Sight 70
- Aesthesys 70
- Rendezvous 70
- Walking to the White Path 70
- The Myth of Malone Washed 70
- Forsaken Thought 70
- Honeybunch 70
- A Feelingless Afternoon 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il 04.11.2024. Articolo letto 70 volte.
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