Necrodeath «Arimortis» [2025]

Necrodeath ŤArimortisť | MetalWave.it Recensioni Autore:
Sabba Maledetto »

 

Recensione Pubblicata il:
18.12.2024

 

Visualizzazioni:
283

 

Band:
Necrodeath
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Titolo:
Arimortis

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Flegias, voce
Pier Gonella, chitarra
GL, basso
Peso, batteria

 

Genere:
Black / Death / Thrash Metal

 

Durata:
38' 37"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
17.01.2025

 

Etichetta:
Time To Kill Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Anubi Press
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Recensione

Quarant’anni di attività musicale, quarant’anni di successi; quarant’anni di carriera li ha consacrati come fra le più importanti band nella storia del metal italiano…
Oggi i Necrodeath sono arrivati al capolinea con il loro nuovo album Arimortis che vedrà luce nel 2025 e avendolo ascoltato posso dire che l’addio ai fan sarà fatto davvero in grande stile, ma, d’altronde, quando si parla dei Necrodeath è difficile che si possano ricevere delusioni.
Nati nel 1984 a Genova dalla mente del loro batterista Peso, i Necrodeath si fecero da sempre contraddistinguere per il loro thrash metal aggressivo, marcio, feroce e venefico dalle chiare influenze slayeriane con una spolveratina dal sapore di Bathory e Venom che li consacrò un punto di orientamento e ammirazione non solo in Italia, ma anche all’estero contribuendo a far fare bella figura al buon nome del metallo nostrano.
Dopo tredici album uno migliore dell’altro, i Necrodeath hanno purtroppo deciso di chiudere la loro carriera con Arimortis come già annunciato in precedenza; un album che a differenza di quelli precedenti risulta molto più elaborato, complesso, decisamente con sonorità più pulite e studiate rispetto ai primi lavori.
Pier Gonella ci asfalta con le sue chitarre graffianti ma decisamente meno grezze e con molti più assoli che interrompono frequentemente l’aria tossica che si crea attorno rendendo il tutto decisamente più accostabile anche a chi normalmente non reggerebbe alla brutalità del metal estremo.
L’operato dietro le pelli di Peso risulta ovviamente ossessivo e martellante, seppur con velocità decisamente ridotta ma non per questo esente dalla classica precisione microscopica che il batterista si è mai fatto mancare sulle percussioni.
La voce di Flegias è gutturale e rauca, feroce e cinica come sempre ma stavolta con molta meno propensione allo scream di matrice black metal usato nei precedenti album dei Necrodeath con il risultato di ascoltare un cantato alla maniera di Marcel Schirmer dei Destruction ma anche un po’ sulla strada di ugole da groove metal come quella di Phil Anselmo dei Pantera.
Un disco davvero singolare, curioso, che si distingue dai precedenti lavori dei Necrodeath per essere più articolato, complesso e raffinato; quasi come se Arimortis dovesse essere il disco che preannuncia un nuovo inizio per la musica del gruppo, ma che purtroppo segna la chiusura della carriera di una band che ha regalato al metal italiano uno dei suoi migliori momenti di gloria, che ha scritto la storia del metal tricolore col sangue ed il sudore rappresi sulle corde delle chitarre e che in futuro sarà ricordata per sempre con orgoglio fra i libri enciclopedici della nostra musica preferita.
I Necrodeath sono state una di quelle band che maggiormente hanno tenuto in alto gli stendardi del metal d’Italia come nessun’altra band e che adesso dice addio ai suoi fan con un album che dimostra come essi possano ugualmente evolversi anche nel loro ultimo atto lasciando un’impronta che sarà nitida per sempre nei cuori dei metallari italiani ma anche stranieri.
Quanto a me, dopo averli visti nel 2015 dal vivo, dopo aver lavorato su una loro biografia nel mio blog personale (Sabba Maledetto Metal Circle, per chi volesse dargli un’occhiata) e dopo aver lavorato per MetalWave al loro penultimo album Singin’ In The Pain; è un grande onore trovarmi a scrivere nuove righe per i Necrodeath un’ultima volta sempre tenendo viva la speranza che questa sia solo una breve parentesi nella loro lunga carriera e che un giorno potranno riunirsi con ancora maggior furore ed efferatezza che ha fatto esaltare varie generazioni di metallari fin dai lontani anni ’80.

Track by Track
  1. Storytellers Of Lies 95
  2. New God 85
  3. Necrosadist 90
  4. Arimortis 95
  5. Near-Death Experience 75
  6. Alien 75
  7. No More Regrets 80
  8. Metempsychosis (part two) 70
  9. Hangover 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
82

 

Recensione di Sabba Maledetto pubblicata il 18.12.2024. Articolo letto 283 volte.

 

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