Bob Saliba «Hosts of A Vanished World» [2024]

Bob Saliba «Hosts Of A Vanished World» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Bata »

 

Recensione Pubblicata il:
10.03.2025

 

Visualizzazioni:
59

 

Band:
Bob Saliba
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Titolo:
Hosts of A Vanished World

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Bob Saliba – Voce solista, Chitarre ritmiche, acustiche e flamenco, Mandolino napoletano, Bouzouki greco, Cura Turkish Saz e percussioni
Bruno Pradels – Basso
Tom Abrigan – Chitarre ritmiche e soliste
John Macaluso – Batteria e percussioni
Musicisti ospiti:
Roland Grapow, Ricky Marx, Alessandro Lotta, Jo Amore, Roberto Billi, Nicolas Leceux & Ludovic Favro.

 

Genere:
Hard Rock / Metal Progressive

 

Durata:
1h 6' 26"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
23.02.2024

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Bad Dog Promotions
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Recensione

Rieccomi a stressarvi con una nuova recensione e anche stavolta conoscevo poco o nulla di Bob Saliba, mentre soprattutto dei francesi KINGCROW; qua fa tutto lui; cantante, chitarrista (ritmica, acustica e pure il flamenco e il mandolino napoletano); il bouzouki greco, il saz turco e pure le percussioni. Aiutato poi da vari artisti.
Particolare la scelta dei temi; una storia ambienta nel futuro con protagonista un paleontologo che si mette a studiare vegetali e fossili nei primordi della vita della terra.
L’album dura circa un’ora e si snoda su 13 pezzi. Partiamo col primo pezzo, Introspection, pezzo particolare dove il testo (che parla di frizioni fra lo scienziato e la moglie per via del suo lavoro) viene reso quasi reale (non saprei quale termine usare) dal lavoro della chitarra.
Secondo pezzo, Excavations, bel pezzo di hard rock classico. Si continua su livelli eccellenti di hard rock anche con terzo pezzo, Visions.
Particolare il testo del quarto pezzo, Crystal Castle, dove il nostro scienziato ci chiede alla fine di avere una mente più aperta.
Bel pezzo orecchiabile Entropy (difatti per questo pezzo è stato fatto un video), forse il più orecchiabile del disco. In Expectations (pezzo molto WHITESNAKE), dove dobbiamo scegliere fra cuore e mente e dove entra inscena il bouzouki.
Invece in Into The Lab (e non datemi del pazzo) sento dei riferimenti quasi.. funky.
In Reflections invece si sentono pure dei synth; un pezzo di soli 3 minuti, quasi un intermezzo.
Abbiamo anche il pezzo (breve) strumentale: Saphire.
Nel penultimo pezzo, To The Zenith, si lascia per un ambito il classico hard rock per spostarsi su territori prog (vi dicono niente gli YESS?).
Ed arriviamo all’ultimo pezzo, dallo stesso titolo del disco. Pezzo diviso in 3 parti per un totale di 9 minuti con 3 titoli diversi: After all, The threat e Alive in Death.
After all si apre con un pianoforte che fa da sottofondo ad un gioco di voci molto toccanti; The threat sembra toccare uno stile sinfonico prima di tornare a pestare su territori hard rock; Alive in death dove a risaltare è il flauto di un ospite, Roberto Billi. Altro ospite che volevo ricordare Alessandro Lotta (ex Rhapsody) che fa la sua bella figura al basso nel pezzo Expectations.
Che dire; un album davvero toccante, pregevole e son sicuro piacerà e non solo agli amanti dell’heavy classico. Un album che gioca fra l’heavy metal, l’hard rock, il prog e perché no, il folk.

Track by Track
  1. Introspection 80
  2. Excavations 70
  3. Visions 75
  4. Crystal Castle 75
  5. Entropy 80
  6. Expectations 75
  7. Transposition 75
  8. Into the Lab 80
  9. Reflections 70
  10. Rivality 70
  11. Saphire (Instrumental) 70
  12. To The Zenith 75
  13. Hosts of a Vanished World 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
77

 

Recensione di Bata pubblicata il 10.03.2025. Articolo letto 59 volte.

 

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