Deviate Damaen «Religious as our methods» [2007]
Deviate Damaen
Titolo:
Religious as our methods
Nazione:
Italia
Formazione:
G..ABRIEL SVENYM dei XACRESTANI :: Lead and Voice
ABY :: All guitars
ENGELSSCHREI :: Bass
GIANNI FOTI :: All Programming
Genere:
Durata:
52' 43"
Formato:
2007
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Dopo i Kalki Avatara, questa settimana mi è toccato recensire il nuovo lavoro (non meno sperimentale) dei romani Deviate Damaen, che ci propongono questo “Religious as our methods”. E se i Kaliki Avatara erano sperimentali, ma comunque riconducibili a grandi linee ai Peccatum, i Deviate Damaen viaggiano su lidi estremamente autarchici, difficili o impossibili da capire per chi non ha apertura mentale.
In pratica, diciamolo da subito, “Religious as our methods” è chiaramente un disco con manie di grandezza, fatto da persone che giocano a risultare imprevedibili, che sanno come spiazzare l’ascoltatore, destabilizzarlo e condurlo nell’universo dei Deviate Damaen, tra voci declamate, beats ballabili o sferzanti, e tra brani dalle coordinate assolutamente autarchiche eppure funzionanti.
La prima canzone rappresenta un po’ tutto ciò che si è detto poc’anzi: un’intro di 8 minuti (una confessione probabilmente avvenuta per davvero) e poi a seguire il primo brano di 12 e passa minuti, costruito su una batteria computerizzata che usa beat elettronici, e su note di pianoforte ripetute all’infinito. Il pezzo sembra letteralmente emergere accompagnato da un giro di basso e poi dalla chitarra. E’ incredibile come la canzone viaggi su lidi completamente autarchici e spiazzanti, con le varie voci quasi a formare un brano ambient, sovrapposto sulla parte strumentale dei Deviate Damaen costituita da una chitarra che si lancia in riuscitissimi assoli. E nonostante il pezzo non si discosti mai dal tema principale, non è affatto difficile notare in questo brano una dinamicità molto apprezzabile anche se con pochi mezzi e note.
Pezzi come “Liturgical Obsession”, “No More” e “I want Hate!”, invece, hanno una struttura più simile alla forma canzone, dove il cantante la fa da padrone con una voce dal tiro micidiale, e dove batteria e tastiere si alternano alla consueta ottima chitarra, molto abile nel cesellare le varie parti e dare ai brani quella marcia in più.
Difficilissimo, inoltre, è trovare bands simili ai Deviate Damaen: con uno stile così autarchico e convinto, i DD spesso vanno dritto per la loro strada senza lasciare nessun appiglio all’ascoltatore distratto. Al limite, sembra di ascoltare i brani più acidi degli Aborym, e in certe parti riecheggiano anche brani – declamazioni come “Come thou long expected Jesus”, solo che qui di metal c’è poco: la musica dei DD oltrepassa pure questo limite!
In definitiva, dare un giudizio finale su questo disco, ma anche sui Deviate Damaen, è estremamente difficile: l’estrema autarchicità della musica e la durata non certo da “brano per Sanremo” rendono questo album veramente difficile da ascoltare, tuttavia per quel che mi riguarda, questo nell’universo dei Deviate Damaen è un viaggio da affrontare a tutti i costi, anche se può far creare crisi di rigetto a chi non possiede la giusta apertura mentale. Il giudizio sui Deviate Damaen personalmente è molto positivo, ma consiglio a chiunque un ascolto preventivo. Per me i Deviate Damaen devono continuare su questa via, nella quale si sanno orientare bene: la personalità e il genio vengono sempre ripagati. Siamo di fronte ad un elogio della follia. Come altrimenti classificare “Religious as our methods”?
Track by Track
- Nec Sacrilegium, Incesti Gratia (N. Anathem & Romanovhimmelfahrt) 90
- Liturgical Obsession 85
- Under the Elation Drape (of my nobility) 85
- I Want Hate! 90
- White Venus 85
- Un mondo senza stelle 90
- No More (New single 2007) 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 90
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
85Recensione di Snarl pubblicata il --. Articolo letto 2195 volte.
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