Furious Barking «Theory of Diversity» [2008]
Furious Barking
Titolo:
Theory of Diversity
Nazione:
Italia
Formazione:
Rob Mattei – All Vocals
Fabio Bottazzo - lead, acoustic and rhythm guitars
Frankie Giaconi - rhythm guitars
Giorgio Olori - bass guitar
Massimo Ferranti - drums & percussions
Genere:
Durata:
40' 20"
Formato:
2008
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Questa non è una nuova uscita “made in Italy” bensì una ristampa di un classico underground dei primi anni '90 che, oscurato da una crisi che colpiva il metal in generale e, più specificatamente, quello di matrice thrash, fece passare inosservato questo discreto lavoro della suddetta band originaria di Ascoli Piceno. In verità, il sound qui proposto è orientato verso una miscela del poc’anzi citato sottogenere con il Death di sepulturiana memoria, quello, tanto per intenderci, di Beneath the Remains e Arise; il tutto, peraltro, condito con una sensibile impronta tecnica ben più accurata rispetto al gruppo di San Paolo, fattore, del resto, non affatto trascurabile. Altre influenze qui presenti le si possono individuare in altri gruppi storici del thrash-sound; e mi riferisco a coloro che hanno reso grande la Bay Area, quella più estremista, che fa capo a Slayer e a Testament. Ma anche a pionieri del death, come agli ineguagliabili Death ed agli Obituary. Insomma, un album d’altri tempi, utile per i nuovi adepti del genere, per capire, anche se in parte, quant’era difficile accaparrarsi un contratto con una casa discografica o, semplicemente, procurarsi visibilità; per i vecchi affezionati, in cui io mi riconosco a pieno, un’occasione per rituffarsi nel metal che fu, in cui il PC e, più specificatamente, Internet, non incidevano sulla carriera delle band e, di seguito, la difficoltà di poter fruire di album era, ahimè, routine. Quindi, grazie alla Punishement 18 Records ed alla sua opera di riscoperta di classici più o meno noti, nella speranza che tale iniziativa possa investire altri album italiani dimenticati o mai valorizzati a pieno, come nel caso degli In.Si.Dia o dei Detestor o di tanti altri gruppi che non sono riusciti a lasciare, loro malgrado, quel segno che potenzialmente erano atti a fare.
Track by Track
- Decompression State 62
- Always from Inside 61
- The Last Stop is Mortuary 60
- Lives in Incubator 61
- Every Indetermination is Complete 60
- Homo Superior 61
- Which Theory 60
- Way of Brutality 63
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 60
- Tecnica: 72
Giudizio Finale
62Recensione di Ernando pubblicata il --. Articolo letto 1676 volte.
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