Laetitia In Holocaust «The Tortoise Boat» [2009]
Laetitia In Holocaust
Titolo:
The Tortoise Boat
Nazione:
Italia
Formazione:
S :: vocals, guitars, bass, keyboards, programming
N :: bass, guitars
Genere:
Durata:
39' 14"
Formato:
CD
2009
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione
Abbandonando, ormai in maniera praticamente definitiva il percorso legato al black metal con il quale erano partiti, i Letitia In Holocaust prendono il sentiero più oscuro e incerto che potessero trovare, quasi come un atto di coraggio o, perché no? di menefreghismo e distacco in pieno stile “grim” e misantropo, nei confronti di un genere musicale ormai saturo. Le loro tracce ora non si servono neppure delle chitarre elettriche, le suonano spente come se fossero accese; quello squillante suono di chitarra acida si trasforma in un suono cupo e scheletrico, ancora più affascinante e misterioso, che si staglia su ritmiche di batteria elettronica impazzita, fuori controllo, riverberi e voci brumose squarciano il buio delle riminiscenze del black metal di vecchia scuola, il caos completo si impossessa delle orecchie e ci si trova con un vago senso di spaesamento. Suoni gutturali e lallazioni oscene sono le parti vocali che accompagnano in questo viaggio tetro.
Qui non si tratta neppure di genere musicale, la maggior parte delle band black metal di spicco non si sognerebbero nemmeno di azzardare cose di questo tipo, eccezione fatta forse per alcuni gruppi noti per la loro osticità musicale, come ad esempio i francesi Deathspell Omega; e proprio non parliamo di vero mainstream con quest'ultimo nome.
I Letitia In Holocaust si sono chiusi dentro un guscio e hanno deciso di non uscire: hanno promesso solo dischi autoprodotti, nessun contatto con le etichette, un proclama ben preciso, eppure io non mi trovo d'accordo. Certo non saranno le mie parole a cambiare il corso delle cose, ma di sicuro la possibilità di promuovere questo tipo di materiale e, soprattutto di poterne produrre di nuovo con mezzi migliori sarebbe sicuramente molto interessante. Noto etichette stampare dischi di band ben più banali, oppure ricercatissime, sperimentali, ma non in grado di evocare quel malessere tipico che invece i LIH sgorgano a litri. Intendo, quest'album non è registrato male, ma mi viene da domandarmi una creatività così malata e morbosa cosa potrebbe con mezzi più professionali. O forse è proprio questo freddo allontanamento che alimenta la tenebra. Questo non posso dirlo con certezza, ma questo disco definisce un altro angolo buio della scena black metal italiana, volenti o nolenti, senza aggrapparsi alle solite deviazioni neo-folk, sempre meno neo.
Track by Track
- Hair As The Salt Of Carthago 85
- Descent 80
- The Gift Of Fury 85
- Hissing Through The Veins Of The Gods 70
- A Gesture BeforeYou Enter The Darkness 85
- Immanence And Illumination 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
78Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1626 volte.
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