DPERD «Io sono un errore» [2010]

Dperd «Io Sono Un Errore» | MetalWave.it Recensioni Autore:
eyrikyer »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1914

 

Band:
DPERD
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Titolo:
Io sono un errore

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Carlo Disimone - Voce, Tastiere, Percussioni, Chitarre, Basso

Valeria Buono - Voce, Tastiere

 

Genere:

 

Durata:
41' 66"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

A volte il passato torna. A volte, da artisti, si sente di non aver detto abbastanza e si vorrebbe aggiungere qualcosa: è forse per questo che Carlo Disimone e Valeria
Buono, entrambi ex Fear The Storm(act dello scorso decennio attivo nella scena darkwave italiana)decidono di dare vita al progetto DPERD.
Una cosa è certa: se certi "comeback" sono poco ispirati per non dire inutili, quello dei nostri ha decisamente invece un senso! "Io sono un errore" è un disco che prende
The Cure e Joy Division e li plasma secondo i dettami estetici del 2000, ma attenzione: l'occhio(e l'orecchio)rimane sempre rivolto ad una ricerca sonora che ha le sue
radici nel synth rock degli '80("Non mi tradirei mai" ne è un esempio palese), ed a volte, forse per la scelta di cantare in lingua madre e per le venature pop rock,
si può tranquillamente pensare ai Matia Bazar. I brani sono arrangiati davvero molto bene, semplici ma ricercati, e per questo davvero molto piacevoli e coinvolgenti:
citerei su tutti "Inverno", brano dal testo molto particolare: in principio, cita banali luoghi comuni, recitati dalla voce di Carlo, che esprime un amore stereotipato per
la succitata stagione: ma quando prende il comando Valeria, la dualità del tema si fa chiara, e l'inverno diventa uno stato dell'anima, quello gelido, odioso, alienante, il congelarsi
del cuore e delle sensazioni. "Travel Song" è uno di quei pezzi che ti fa pensare "qualcuno ha detto "Disintegration?", solo con spazio maggiore alla solistica di piano
ed un cantato fatto di affascinanti fonetismi. Vera e propria perla "In giorni lontani", dove la prova di Valeria è superlativa, ricca d'espressione, quasi teatrale: il
pezzo è costruito su un'anima dannata, vive di luciferina luce: altro ottimo episodio(soprattutto per il cantato femminile)è "Kinshasa", dal gusto orientale, esotico.
L'ultima traccia che vorrei mettere in vetrina è "Democrazia e Dittatura", una sorta di trasposizione gotica di un pezzo punk di protesta contro una politica arrogante,
truffaldina e votata alla mistificazione, con un testo diretto, semplice ma capace di dire tanto senza troppe allegorie...l'unica nota negativa è la metrica, a tratti
abbastanza fastidiosa e in qualche modo dissonante.A conti fatti, questo degli DPERD è un album che vale la pena di essere ascoltato più volte, e per questo ho deciso
di recensirlo soltanto dopo svariati giri nel mio lettore: ci sono molteplici sfumature, coglibili solo attraverso raffinazioni stratificate. Promossi con lode.

Track by Track
  1. Don't Forget The Mobile 75
  2. Io Non Mi Tradirei Mai 75
  3. Ho Paura Sai 75
  4. Inverno 80
  5. Travel Song 80
  6. In Giorni Lontani 80
  7. Ogni Volta 75
  8. Cold Song 75
  9. Kinshasa 80
  10. Democrazia e Dittatura 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
78

 

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