Gandhi's Gunn «Thirtyears» [2010]

Gandhi's Gunn «Thirtyears» | MetalWave.it Recensioni Autore:
MORO MOU »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
690

 

Band:
Gandhi's Gunn
[Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Gandhi's Gunn

 

Titolo:
Thirtyears

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Hobo :: Vox
Maso :: Bass
Enri :: Drums
Scazzi :: Guitars

 

Genere:

 

Durata:
35' 41"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Dalla neonata etichetta genovese Taxi Driver Recordings, esce in versione esclusiva pacchetto unico Vinile + CD, limitata a 300 copie, “Thirtyeahs” dei Gandhi's Gunn, e il progetto pare davvero promettente.
Il gruppo propone uno stoner rock dalle tinte graffianti, di evidente ispirazione americana, le cui distorsioni lasciano ampio spazio ad una voglia di evasione quasi psichedelica, di cui si fa portavoce anche l’artwork firmato Kabuto.
I ritmi poco accelerati regalano parentesi di introspezione, alternati a momenti di maggiore intensità sonora. “Thirtyears” comincia con “Overhanging rock”, un apripista d’impatto che fa capire subito di che cosa parla questa band. Pezzi come “Lee van Cleef” alternano bene voce pulita a toni molto più aggressivi. Si dilatano i tempi in “Night so long”, le cui trovate sembrano la colonna sonora di un viaggio in solitaria nelle aride e assolate pianure americane, quelle abitate solo da rocce, mentre si procede alla ricerca di se. In “End titles” il coinvolgimento prende il sopravvento e l’ascoltatore si fa complice di una fuga psichedelica durante l’assolo di chitarra pulita con incursioni distorte.
Notevole il carattere della voce del cantante, espressiva e molto calzante per il genere in questione.
Ad un ascolto sommario il rischio è che il sound delle 8 tracce risulti un tantino ripetitivo, ma forse si tratta di un aspetto dovuto alle peculiarità dello stoner. Tuttavia la band riesce a disegnare un profilo di se ben definito, e a sfuggire, nelle singole tracce, a una composizione eccessivamente ripetitiva grazie alle divagazioni lente. Risultando così capace di coinvolgere lo spettatore nelle proprie session psichedeliche. Insomma, questi quattro ragazzi hanno di certe le idee e una grande dote, quella di fare musica che coinvolge, creando micro climi, stati mentali, ‘strattoni sonori’ da assaporare, al confine fra rabbia reale e ‘spiritual discovery’.

Track by Track
  1. Overhanging Rock 75
  2. Going Slow 70
  3. Man of Wisdom 65
  4. 23 Bodies 65
  5. Club Silencio 70
  6. Lee Van Cleef 75
  7. A Night So Long 75
  8. End Titles 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
72

 

Recensione di MORO MOU pubblicata il --. Articolo letto 690 volte.

 

Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.