Absolute Terror Field «The Hedgehog's Dilemma» [2010]

Absolute Terror Field «The Hedgehog's Dilemma» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
BlackWingAngel »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Absolute Terror Field

Titolo:
The Hedgehog's Dilemma

Nazione:
Italia

Formazione:
Er Ciani :: Guitars
Peppe :: Guitars
Maxo :: Vocals
Tez :: Bass
Bubi :: Drums

Genere:

Durata:
34' 34"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2010

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Era da tanto tempo che non ascoltavo un bel disco come questo. Mi sembra giusto essere chiaro fin da subito, dando a Cesare quello che è di Cesare e facendo i miei più sentiti complimenti a questi cinque ragazzi romani che hanno tirato fuori proprio un bel prodotto. 'The Hedgehog's Dilemma' è un disco veramente notevole, sotto tutti i punti di vista; fa sempre piacere sapere che nella nostra penisola c'è ancora chi riesce a sfornare buona musica indipendentemente dalle mode del momento e seguendo una strada propria e personale. Sicuramente non si può dire che siamo di fronte ad una boccata di aria fresca: di innovazione musicale ce ne sta poca, ma questo compito spesso è troppo oneroso anche per band di livello internazionale. Ascoltando questo LP torniamo all'epoca del death metal melodico di stampo svedese contaminato con influenze provenienti da oltreoceano come 'Unearth' e 'Killswitch Engage', che danno quel tocco moderno che lo rende ancora più gradevole ed interessante, aggiungendo breackdows e spunti melodici che, dosati veramente bene e con perizia, impartiscono ai pezzi quella variazione dinamica in più che inchioda l'ascoltatore alla poltrona. Io non userei l'aggettivo derivativi, visto che qui di soggettività e reinterpretazione ce ne stanno a manciate. E' palese infatti che la scena di riferimento a cui si ispirano i nostri 'Absolute Terror Field' è stata bene assimilata e riproposta in chiave personale. Pezzi come 'Desolation' o 'Dead or Alive' sono veri e propri pugni allo stomaco, che rispecchiano fedelmente i cliche dettati dal filone di riferimento ma sono concepiti con tutti i crismi e con quella soggettività in più che li rende veramente interessanti. Una nota di elogio va data alla title track, un pezzo strumentale veramente coinvolgente e decisamente particolare. I commenti sulla parte prettamente tecnica e di produzione sono quasi superflui, tutto è suonato magistralmente ed il sound rispecchia perfettamente quello che ci si deve aspettare sia dal punto di vista della qualità che da quello della potenza. Il suono, giustamente ruvido, ricorda la produzione degli Unearth di 'III: In the Eyes of Fire'. A voler cercare il pelo nell'uovo si potrebbe muovere qualche critica all'arrangiamento delle clean vocals di alcuni pezzi ed a melodie non esattamente azzeccate secondo me, ma questa è solamente una mia personale opinione, sulla bellezza o meno di una melodia spesso sono state spese e scritte fin troppe pagine, quando è una considerazione prettamente soggettiva nel 90% dei casi. Dopo 'Fragments of D-generation' dei Disarmonia Mundi, mi sembra uno dei dischi meglio riusciti nel panorama italiano riguardo a questo filone e forse i nostri cinque capitolini hanno quella dose di attitudine hard core in più che rende tutto ancora più bello.