8Fulstrike «Leave Yourself Behind» [2010]
8Fulstrike
Titolo:
Leave Yourself Behind
Nazione:
Italia
Formazione:
Gluttony - vocals
Envy - vocals
Pride - bass
Sloth - drums
Wrath - guitars
Greed - guitars
Lust - synth, samples
Genere:
Durata:
45' 35"
Formato:
CD
2010
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Un intro dai tratti infernali e sinistri ci introduce alla mazzata sonora prodotta dagli 8Fulstrike. La band fa sul serio e spinge subito l’acceleratore a velocità folli. Il sound creato è un metal sicuramente di discreta fattura, equilibrato tra reminescenze anni ’90 e sonorità nu-metal decisamente più moderne.
L’aggressività è l’incazzatura del gruppo se la spadroneggiano in tutte le tracce e i colpi vengono assestati in maniera lucida direttamente nello stomaco. La line-up, costituita da ben 7 membri, è in linea con l’attuale tendenza delle band nu-metal moderne e costruisce traccia dopo traccia, un ibrido sonoro tra Slipknot, Mudvayne e Korn, innestando campionamenti e parti elettroniche in maniera adeguata. I due vocalist lavorano molto bene insieme duettando tra scream e parti growl. Le linee vocali create sono interessanti anche se l’ombra del caro buon vecchio Jonathan Davis, che continua a plasmare nel mondo i suoi figli illegittimi, è sicuramente ben presente.
Il riffing, il drumming sono decisi, cattivi e virulenti quanto basta per far scapocciare e delirare tutte le prime file ai loro concerti. Il groove della band c’è ed è veicolato perfettamente dalla buona produzione che pompa davvero di brutto. Il live, adrenalinico e devastante, deve essere una delle loro ami migliori. L’energia e la rabbia fluiscono davvero in maniera costante e sembrano implacabili. Quest’ultime non mancano davvero ai nostrani 8Fulstrike. Quello che invece manca secondo me in questo disco è una vera e propria vena creativa importante, una scintilla, un’ispirazione. Per carità le tracce sono ben fatte e i pattern sono ben messi e articolati, ma la creatività e la buona musica purtroppo non passano solo per questi lidi. Forse mancano le vere e proprie canzoni, manca la brillantezza, il carisma. Dopo la prima parte il disco stanca e la noia è dietro l’angolo. Una base importante c’è ma adesso bisogna mettere l’ingrediente speciale nella fucina degli 8Fulstrike per far esplodere davvero la miscela.
Track by Track
- Farewell 80
- I Don't Care 70
- Perseverance Field 70
- Pacman 75
- War 65
- The Sniper 80
- Queen Of Lies 65
- Requiem For A True Friend 55
- 8Fulstrike 65
- Alone 65
- Wake Up 60
- Black Idols 75
- Portrait Of A Dying Nation 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
69Recensione di Tripp pubblicata il --. Articolo letto 2260 volte.
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