Manhunt «Experimental Human Cruelty» [2010]

Manhunt «Experimental Human Cruelty» | MetalWave.it Recensioni Autore:
fabio HC »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1672

 

Band:
Manhunt
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Titolo:
Experimental Human Cruelty

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Matteo Candeliere - chitarra
Massimo Ventura - chitarra
Alessandro Massa - basso, scream
Lorenzo Somma - batteria
Davide Quinto - voce

 

Genere:

 

Durata:
14' 3"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Un potente riff di chitarra death/thrash apre le porte del nuovo Ep dei Manhunt, progetto nato da un'interessante realtà torinese. Il gruppo, giunto già al suo secondo Ep, nasce nel 2005 e fatica a trovare le giuste persone da associare a strumenti quali batteria, basso e voce; riesce poi nell'intento nel 2006.
Tornando a parlare del disco, si può facilmente dire che i torinesi miscelino tra loro l'esperienza già collaudata di molti gruppi, ma non rimangono per niente attaccati ai mostri sacri del metal. Il genere proposto è un veloce thrash metal tendente al death; può benissimo essere associato a quello suonato dai connazionali Necrodeath, per certi versi. Dopo la prima delle tre tracce "Death Fake Resurrection" che, grazie allo scream di Alessandro rimanda a Flegias, si torna un po' più tranquilli con "The Oblivion Of Black", ricca di melodia con la sei corde e più Metallica nel bel solo. "Crops of Dead Gods", ultimo brano dell'Ep, torna a denotare i contorni death metal di questo thrash italico/teutonico, ma senza tralasciare la melodia data dalla voce pulita e dai soli che ti fanno spaziare in un altro mondo rispetto alla cattiveria data dall'esecuzione della batteria. Questa traccia mi è piaciuta molto per la sua continua evoluzione durante l'ascolto, la quale non stanca mai, nemmeno per tutti i cinque minuti di durata. Gran bel pezzo!
Buona anche l'autoproduzione, la quale non fa risultare niente in secondario, neanche il basso che romba e caratterizza non poco tutto il disco. Gruppi del genere in Italia e soprattutto all'estero dovrebbero essere sicuramente valutati di più, perchè non basta attaccarsi al solito gruppo leader del settore, ma bisogna spaziare, come fanno i Manhunt, senza però discostarsi troppo o creare pasticci.
Non resta altro che fare gli auguri a questi ragazzi di Torino, per il futuro del gruppo ma più che altro per il prossimo sicuro album full-length che aspetterò con ansia.

Track by Track
  1. Death Fake Resurrection 75
  2. The Oblivion Of Black 75
  3. Crops Of Dead Gods 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
76

 

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