Leibei «In Cauda Venenum» [2011]
Leibei
Titolo:
In Cauda Venenum
Nazione:
Italia
Formazione:
Silvia Raggetti - voce, chitarra
Erica Martini - basso
Serena Sacchetti - chitarra
Riccardo Brusori - batteria (guest)
Genere:
Durata:
42' 54"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Ogni tanto nella mia carriera di recensore mi capita di volermi staccare un attimo dal recensire i generi a me più consoni e di dedicarmi a sonorità più soft: beh, devo dire che finché i miei ascolti alternativi mi riservano delle belle sorprese come queste Leibei, trio femminile da Bologna, allora ben vengano queste mie inflessioni!
Il genere proposto dalle Leibei è un rock cantato quasi tutto in italiano (se si eccettua “Sticky Man”) più influenzato dall’alternative che dallo stoner, nonostante anche di quest’ultimo genere ci siano delle influenze sparse in tutto l’album. Non mancano digressioni dark (presenti nell’inizio del disco), sfoghi punk rock presenti nelle bellissime “Alice” e “Stato Catatonico”, e alcune tinte grunge. Il tutto si riversa in questo eccellente disco di debutto chiamato “In Cauda venenum”, un disco non troppo sofisticato a livello di dettagli, ma incredibilmente godibile: grezzo e aggressivo quando serve in certi momenti, malinconico ma mai spocchioso e ridondante, che alterna momenti cupi e grigi ad altri più energici e vitali. Il tutto tramite l’utilizzo di un cantato dallo stile abbastanza minimalista e sempre a tiro e dei riffs spesso semplici e ben suffragati da una sezione ritmica precisa e molto capace. Alle Leibei non serve praticamente altro: con questi pochi mezzi riescono a mettere a segno una serie di colpi di maestre, con la parte migliore del disco che va dalla grandiosa “Argentina Mon Amour” fino alla potente “Stato Catatonico”: in questa parte del disco le Leibei semplicemente non fanno prigionieri, sebbene anche il resto dell’album sia molto buono. E così ci troviamo ad ascoltare una splendida “Argentina Mon Amour”, brano molto drammatico ma contorto a livello di ritmico e chitarristico, dove sembra di sentire il brano rock e triste che gli Zippo (gli stili di queste due band sono comparabili quando giocano a fare le astratte) non sono ancora riusciti a fare. E se non vi basta, a spezzare il feeling oppressivo ci pensa la meravigliosa accoppiata “Alice” e “Stato Catatonico” a mietere vittime e a fare da vero e proprio sfogo. La soffusa “Nessun Momento” è una ballad struggente e romantica, soffusa, che fa da ottimo contrasto con le rockeggianti “Sticky Man” e “Luna”. La chiusura è posta, saggiamente, ad un brano più sperimentale e rumoroso, dove segnalo anche uno stile inedito di cantato presente, mentre le chitarre insistono sul finale coi loro toni cupi.
In conclusione: questo delle Leibei è un disco più che promettente. Per niente ruffiano ma molto grintoso e fatto da gente che sa cosa cercare e come riproporlo dai propri strumenti, il cui unico difetto è dato dal fatto che (mia impressione personale) forse questa band può fare ancora meglio, maturare e potenziarsi. Se così fosse, c’è da leccarsi i baffi per il prossimo disco. Nel frattempo, godetevi questo ottimo “In Cauda Venenum”. Avanti così!
Track by Track
- Sussurro di Ali 75
- La Dottrina dell'Incoerenza 75
- Assente 75
- Argentina Mon Amour 90
- Alice 90
- Nessun Momento 85
- Sticky Man 85
- Luna 85
- Gringo 70
- Stato Catatonico 85
- Alle Fronde 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 85
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
81Recensione di Snarl pubblicata il --. Articolo letto 1334 volte.
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