KLL «Black Covers White» [2011]
KLL
Titolo:
Black Covers White
Nazione:
Italia
Formazione:
Andrea Pisoni - vocals
Francesco Fronza - guitars
Massimiliano Marinelli - bass
Marco De Rosa - guitars
Paolo Pisoni - drums
Genere:
Durata:
42' 46"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Attivi ormai da ben dieci anni, giungono al debutto dopo una serie di fortunati incontri i trentini KLL. Inizialmente influenzati da nomi banalmente tipici come Slayer, Pantera e Machine Head, sviluppano in questo album uno stile molto più personale e contemporaneo, senza la necessità di chiamare in causa sperimentazioni o influenze pop e mantenendo in qualche modo vivo il collegamento con i suddetti; la voce ricorda nello stile quella di Robb Flynn e in generale i Machine Head sono la band a cui si possono accostare maggiormente, mentre resta qualcosa degli Slayer in certi riff più old school (“I'm Not”) o in alcune dissonanti parti soliste (“Day By Day”).
Il mid tempo e il groove sono la base su cui si stagliano sequenze di chitarra quadrate e precise, interrotte da aperture più coraggiose che rimarcano in qualche maniera uno spirito rock, sempre molto pesante; come ad esempio nei parossistici e fragorosi stacchi di “Esuba”, ricchi di feedback, ma contemporaneamente melodici e coinvolgenti; si tratta probabilmente della traccia più godibile del disco. La peculiarità più interessante di questo lavoro è sicuramente lo stile: se non trascendentale, certamente molto vissuto, se non originale, molto interiorizzato.
Le uniche note dolenti di un album, per altro registrato in maniera professionale e potente, corredato di una grafica ricercata e attuale, sono un cantato che, sebbene aggressivo risulta eccessivamente statico e monolitico per il genere; forse una linea più melodica potrebbe risultare vincente. Inoltre la composizione andrebbe un po' ampliata, le prerogative ci sono: l'introduzione di “The First Breath” e la traccia “Obscured Light”, mostrano una band che sa gestire anche dei momenti più atmosferici, con arpeggi e rallentamenti ad hoc e credo possa essere una buona boccata d'aria, in mezzo a tanta carica elettrica. Sfruttare insomma anche i vuoti, senza cercare di suonare sempre tutti insieme per risultare più feroci: anche le pause aiutano ad accrescere la violenza. Si tratta solo piccoli ragguagli per un gruppo che ha comunque un corposo bagaglio di competenze e sa bene come utilizzarle.
Track by Track
- The First Breath 65
- The Key 70
- Esuba 75
- Day By Day 75
- Hidden Prison 65
- Black Covers White 65
- Blind No More 70
- Obscured Light 75
- I'm Not 75
- Last Dream 60
- ...Of Your Black Spirit 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
70Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1624 volte.
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