KLL «Black Covers White» [2011]

Kll «Black Covers White» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1624

 

Band:
KLL
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Titolo:
Black Covers White

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Andrea Pisoni - vocals
Francesco Fronza - guitars
Massimiliano Marinelli - bass
Marco De Rosa - guitars
Paolo Pisoni - drums

 

Genere:

 

Durata:
42' 46"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Attivi ormai da ben dieci anni, giungono al debutto dopo una serie di fortunati incontri i trentini KLL. Inizialmente influenzati da nomi banalmente tipici come Slayer, Pantera e Machine Head, sviluppano in questo album uno stile molto più personale e contemporaneo, senza la necessità di chiamare in causa sperimentazioni o influenze pop e mantenendo in qualche modo vivo il collegamento con i suddetti; la voce ricorda nello stile quella di Robb Flynn e in generale i Machine Head sono la band a cui si possono accostare maggiormente, mentre resta qualcosa degli Slayer in certi riff più old school (“I'm Not”) o in alcune dissonanti parti soliste (“Day By Day”).
Il mid tempo e il groove sono la base su cui si stagliano sequenze di chitarra quadrate e precise, interrotte da aperture più coraggiose che rimarcano in qualche maniera uno spirito rock, sempre molto pesante; come ad esempio nei parossistici e fragorosi stacchi di “Esuba”, ricchi di feedback, ma contemporaneamente melodici e coinvolgenti; si tratta probabilmente della traccia più godibile del disco. La peculiarità più interessante di questo lavoro è sicuramente lo stile: se non trascendentale, certamente molto vissuto, se non originale, molto interiorizzato.
Le uniche note dolenti di un album, per altro registrato in maniera professionale e potente, corredato di una grafica ricercata e attuale, sono un cantato che, sebbene aggressivo risulta eccessivamente statico e monolitico per il genere; forse una linea più melodica potrebbe risultare vincente. Inoltre la composizione andrebbe un po' ampliata, le prerogative ci sono: l'introduzione di “The First Breath” e la traccia “Obscured Light”, mostrano una band che sa gestire anche dei momenti più atmosferici, con arpeggi e rallentamenti ad hoc e credo possa essere una buona boccata d'aria, in mezzo a tanta carica elettrica. Sfruttare insomma anche i vuoti, senza cercare di suonare sempre tutti insieme per risultare più feroci: anche le pause aiutano ad accrescere la violenza. Si tratta solo piccoli ragguagli per un gruppo che ha comunque un corposo bagaglio di competenze e sa bene come utilizzarle.

Track by Track
  1. The First Breath 65
  2. The Key 70
  3. Esuba 75
  4. Day By Day 75
  5. Hidden Prison 65
  6. Black Covers White 65
  7. Blind No More 70
  8. Obscured Light 75
  9. I'm Not 75
  10. Last Dream 60
  11. ...Of Your Black Spirit 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
70

 

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