Over «Innards Of A Runaway» [2010]

Over «Innards Of A Runaway» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2499

 

Band:
Over
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Titolo:
Innards Of A Runaway

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Riccardo Grando - vocals, rhythm guitar
Ruben Rossi - lead guitar
Francesco Sdao - bass
Ludovico Antiga - drums

 

Genere:

 

Durata:
32' 8"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Over sono dei giovani promettenti; questo album è frutto delle loro abilità che hanno saputo far brillare ad un concorso il cui premio era la registrazione stessa del disco. La preparazione tecnica del quartetto è fuori discussione; si tratta soltanto di un debutto, ma si lanciano subito su composizioni articolate e ricercate. L'intero lavoro consta solo di quattro tracce, ma dura la bellezza di trentadue minuti, nei quali spicca “Awake Again” mastodonte della lunghezza di ben oltre undici minuti, in cui è concentrata tutta la scienza del gruppo. Ispirata dai nomi classici del metal americano degli anni '80, si basa fondamentalmente su ritmiche cadenzate che possono richiamare alla mente certe soluzioni dei Megadeth, dipanandosi tra rocciosi riff cromati, attraverso parti più concitate, snocciolando una sezione centrale con tortuosi e scintillanti assoli sapientemente orientati sui modelli dei Metallica; vi è anche una parentesi acustica, che scivola in un'apertura melodica ben inserita. Gli altri brani su muovono entro le medesime coordinate, il più energico tra essi mi è sembrato essere “Conclusion”, episodio finale con un riffing robusto, ritmiche più complesse e delle accelerazioni davvero notevoli (la parte centrale dedicata all'assolo è particolarmente martellante).
Un lavoro eccellente, ancora di più sapendo che si tratta di un debutto, ma che soffre anche alcuni punti deboli, seppur marginali. Il cantato non è fondamentale, ma qui risulta un po' sotto tono; una voce un po' più dinamica darebbe sicuramente più lustro alle tracce. Inoltre, la sensazione di ascoltare qualcosa di già sentito in un periodo come questo, in cui il revival del metal d'annata è una realtà, non è un problema grave, bisogna però ammettere che è un peccato gettare al vento tante ottime capacità tecniche per proporre semplicemente una personale versione del metal anni '80. Perciò mi auguro che dopo questa prova di superiorità stilistica la band si metta alla prova su territori meno noti; ne varrebbe la pena.

Track by Track
  1. Ain't The Worst 70
  2. Innards Of A Runaway 65
  3. Awake Again 70
  4. Conclusion 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
71

 

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