Empyrean Plague «Imprint Evidence Destiny» [2011]
Empyrean Plague
Titolo:
Imprint Evidence Destiny
Nazione:
Canada
Formazione:
Mike Burge - Guitar Vocals
Kyle Tayler - Bass
Dave Strba - Guitar Vocals
Tyler Chartrand - Drums
Genere:
Durata:
43' 0"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Gli Empyrean Plague, nonostante una fama decisamente non stellare, vantano già una discretamente folta discografia, e un’intensa attività dal vivo che gli ha portati a calcare i palchi insieme ad un numero invidiabile di pezzi da novanta della scena metal. Imprint Evidence Destiny è il loro terzo album, e mi scuso con eventuali fan del gruppo di non poterlo paragonare ai loro precedenti lavori, che non ho mai ascoltato.
La band viene dall’estremo nord del Canada, e racchiude nella propria musica il lato più invernale della sua terra, paesaggi gelidi e nature selvagge dove l’uomo non può metter piede. Il risultato è un black metal che rifugge l’aggressività e la putrescenza che il genere richiede nelle sue forme più pure, risultando anzi melodico (ma mai sinfonico), ingentilito com’è da forti influenze death scandinave (ho avuto più di un deja-vu ripensando ai primi Dark Tranquillity). La musica degli Empyrean Plague si muove su tempi mai troppo veloci (fan del blast beat, mi dispiace per voi) e concede spazio limitato alle distorsioni, preferendo dare a ogni elemento della canzone il giusto spazio, la giusta progressione, e concentrandosi sull’evocare atmosfere nordiche e vichinghe. In effetti il lavoro ha un carattere molto tradizionale, popolare, paradossalmente molto di più di un sacco di produzioni “folk-metal” infarcite di tastiere. Le scream vocal variano dallo stridore al gutturale, lasciando anche in un paio di situazioni spazio ad un pulito dal sapore selvatico, come la voce di uno scaldo pagano.
Una proposta derivativa quindi, ma comunque valida. Unica pecca è uno svolgersi abbastanza ripetitivo delle canzoni, che nonostante siano ben costruite, tendono a non farsi riconoscere, e a farci ascoltare l’album come un unicum, in cui si fatica a riconoscere, o ad affezionarsi, ad un singolo pezzo.
In sintesi, un black metal evocativo, a tratti rilassante nella sua gelida calma, pur non sfociando in soluzioni avanguardistiche o post-black. Gli Empyrean Plague costruiscono musica assemblando pezzi non loro, ma ottenendo un risultato finale senza dubbio interessante, che forse finirà per essere apprezzato di più dagli ascoltatori di melodeath che dai blackster duri e puri, ma che io consiglio viviamente.
Track by Track
- Deciphering the Norse Code 80
- Imprint Evidence Destiny 75
- Northerne Allegiance 75
- The Spore 75
- As The Earth Decays 75
- A New Life has Begun 80
- I Built A Bridge So You Could Cross 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
75Recensione di Zoro pubblicata il --. Articolo letto 617 volte.
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