Phase Reverse «Phase Reverse» [2011]

Phase Reverse «Phase Reverse» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Zoro »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
726

 

Band:
Phase Reverse
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Titolo:
Phase Reverse

 

Nazione:
Grecia

 

Formazione:
Alexandros „alex“ Alexiou – Drums
Anastasios „tas“ Ioannidis – Vocals & Bass
John „chief“ Stergiou - Guitars

 

Genere:

 

Durata:
1h 7' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Diciamocelo, la musica rock nata nel sud degli Stati Uniti è semplicemente grandiosa. Non credo esista altra musica in grado di comunicare tante emozioni, sensazioni: sapore di whiskey, odore denso di fumo di sigaro, il calore del sole di mezzogiorno sui campi, l’allegria dell’attesissima sbronza del sabato sera... In una parola, evocativa. Ma, pur facendosi alfieri di queste sonorità, non arrivano dalla sweet home Alabama i Phase Reverse, ma dai ben più miti lidi della Grecia, e nonostante questo si inseriscono con disinvoltura in quella che negli ultimi tempi, da Down in poi, sta diventando una vera e propria nuova ondata di rock sudista, in cui sapori blues, tanto amore per il rock più sanguigno e una strizzata d’occhio ai ritmi plumbei dello stoner, vanno a comporre una musica potente, calda, che viene dal cuore. Il paragone che mi viene più immediato ascoltando questo debut è quello con i Black Label Society (sebbene con ritmi più lenti, direi sabbatthiani) in cui l’assenza di uno Zakk Wylde viene colmata da un sound certo non tecnico, ma denso e caldo come una giornata afosa nelle paludi della Louisiana, e dotato di una sanguigna e verace attitudine rock ‘n roll, rarissima di questi tempi. Attitudine di cui i nostri dispongono in abbondanza, ma purtroppo non abbastanza da farci scordare il carattere fortemente, e ripeto fortemente derivativo della loro musica. Le canzoni dell’album sono efficaci e varie, ma dire che i Phase Reverse non hanno inventato nulla è un eufemismo: troppo spesso mi è sembrato di aver già sentito le loro canzoni, e i momenti di originalità si contano sulla punta di una mano.
Scrivo quindi le ultime righe della recensione con l’amaro in bocca, per il trovarmi di fronte ad una Band eccezionale, che però deve ancora trovare un’identità più forte, più sua. Forse paradossalmente finiranno per piacere di più a chi il genere non lo conosce, e, attirato anche dalla buona orecchiabilità del prodotto, non sarà infastidito dai continui deja-vu che quest’album è capace di suscitare. Comunque non stiamo parlando di un brutto album, anzi, e non posso concludere senza consigliare di tenere d’occhio questi tre cowboy ellenici, perché hanno due macigni al posto delle palle, e ben presto tutti se ne accorgeranno.

Track by Track
  1. Cross to bear 75
  2. I got your back 80
  3. Eye to Eye 75
  4. Tear down the walls 70
  5. Crash 'n burn 70
  6. Death Ride 75
  7. Road Fever 70
  8. Wide Awake 70
  9. Changes 75
  10. Who gives a damn 80
  11. High Hopes 75
  12. Long gone 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
74

 

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